La crisi greca

Creato il 23 giugno 2011 da Palotto

La crisi globale continua a perdurare e a farne le spese sono sempre i lavoratori e le lavoratrici.
Il fallimento del neoliberismo ha portato sul baratro la Grecia e può colpire anche altri paesi come la Spagna e l’Irlanda, ma anche l’Italia.
Le misure d’austerità previste nel piano di salvataggio della Grecia sono inadeguate e controproducenti perché, essendo questa una crisi di sottoconsumo, l’abbassamento del tenore di vita (quindi dei consumi) peggiorerà solamente la situazione, facendo diminuire ulteriormente gli investimenti e l’occupazione.
Per uscire dalla crisi occorrerebbe cambiare le strutture economiche e sociali in modo da ridurre le disuguaglianze invece di attuare dei programmi che le aumentano.
La Grecia dovrà pagare alti tassi d’interesse sul debito pubblico e questo avvantaggerà le rendite finanziarie a spese dei contribuenti e quindi della collettività.
La situazione è oltretutto, aggravata dal comportamento dell’EU spesso contraddittorio e arroccato su posizioni conservatrici che danneggiano la stabilità.
Le misure d’austerity contenute nel piano salva-Grecia sono, inoltre, antidemocratiche ,perché vincolate al piano di aiuti, quindi praticamente imposte.
Solo una nuova idea di economia può portare la Grecia e l’Europa fuori dal baratro ,un economia che sia più democratica, in cui le decisioni siano partecipate e in cui le sorti dei popoli non siano decise dalle agenzie di rating (che fino a qualche anno fa davano un giudizio molto positivo sul debito greco).
Un nuovo tipo di economia che tenda a ridurre le disuguaglianze sociali, che si occupi dei problemi dei lavoratori e delle lavoratrici,che non scarichi il peso della crisi interamente sulle spalle delle nuove generazioni e che non sia invece al servizio dell’aristocrazia finanziaria, insomma un’economia ed una società più giuste.

Diego Mazzucco



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