Grecia, Spagna ed Italia. Questi sono i tre paesi da molto tempo sotto gli occhi dei media. Manovre economiche pesanti, sacrifici indicibili e futuro incerto, ecco il menù consueto per greci, italiani e spagnoli. Eppure ora la ‘crisi‘ (ovvero la speculazione finanziaria di alcuni soggetti che usano i mercati per condizionare la politica di paesi sovrani) sta per toccare alcune delle Nazioni piu potenti d’Europa.
E’ di qualche giorno fa la notizia della crisi di Governo in Olanda:
Dopo settimane di discussioni e incontri, anche il governo olandese è crollato sotto i colpi della crisi economica. Il primo ministro Mark Rutte non è infatti riuscito a prendere un accordo con il leader del Partito della Libertà, Geert Wilders, che ha risposto con un netto rifiuto alle misure di auterity proposte dal capo di Stato per fonteggiare i problemi economici del Paese.
Intanto in Francia si stanno svolgendo le Presidenziali per decidere il nuovo Presidente. L’eredità del primo mandato di Sarkozy è pesante e si pensa che il prossimo ‘grande malato’ europeo potrebbe essere proprio la Francia. I dati economici sono preoccupanti:
I problemi di Parigi riguardano innanzitutto l’economia reale. La Commissione europea prevede nel 2012 (i dati sono di ieri) una crescita del Pil dello 0,6% invece del +2% cui Bruxelles puntava in precedenza e contro le previsioni del Governo francese ancora oggi di un balzo in avanti dell’1 per cento. Non solo: al di là della tripla A, una serie di cose non vanno proprio bene: se si vuole, anche peggio che in Italia. La disoccupazione sta sfiorando il 10% (contro l’8,3% italiano). Il deficit pubblico a fine 2011, quasi sotto controllo in Italia (3,7% del Pil), è stimato a Parigi per la stessa scadenza al 5,8%. Intanto, per il 2012 si prevede per l’Italia un avanzo primario (prima del pagamento degli interessi sul debito) del 2,6% contro un disavanzo del 2,1% in Francia, dove lo Stato continua a spendere più di quanto possa davvero permettersi. Fra l’altro il debito è in termini assoluti inferiore a quello italiano (1.700 miliardi di euro contro i nostri 1.900), ma è detenuto da stranieri per il 57,9% del totale (il 42,4% per quello italiano): un ulteriore fattore di debolezza. Quanto al debito delle famiglie francesi, rappresentava a fine 2010 il 55,1% del Pil contro il 45% dell’Italia. Senza contare il 61,6% della Germania, il 91,7% degli Usa e il 114,2% del Regno Unito, la terra di David Cameron, che un giorno si’ e uno no impartisce lezioncine all’Italia. Anche le imprese francesi sono molto più indebitate di quelle italiane.
La Gran Bretagna di Cameron, oltre ad avere il debito delle famiglie tra i piu alti in assoluto sta per entrare in recessione:
Il Regno Unito entra ufficialmente in recessione tecnica: è la prima volta che accade dagli anni 70. I numeri appena resi noti lo confermando. L’ufficio nazionale di Statistica ha reso noto che nel corso del primo trimestre del 2012 il prodotto interno lordo ha subito una contrazione dello 0,2%, dopo il -0,3% del trimestre precedente.
La brutta notizia si spiega anche con le spinte recessive in atto in Europa, che rappresenta il più grande mercato delle esportazioni del Regno Unito. In difficoltà il primo ministro David Cameron, già criticato per le misure di austerity che, così come nel resto del Vecchio Continente, si sono scontrate con forte critiche.
Le poliche di austerità di cui è preda l’Europa Conservatrice di Cameron, Sarkozy, Merkel e Monti sta avvitando il continente in una spirale recessiva che rischia di trascinare con sè anche ‘locomotive’ come Francia, Gran Bretagna e forse Germania.
E’ ora di cambiare politica economica, è ora che la politica torni indipendente dai poteri economici, dai lobbisti speculatori, dal capitalismo finanziario, vero cancro della società moderna.