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La croazia e l'arresto di mladic: intervista del presidente josipovic alla tanjug

Creato il 13 giugno 2011 da Pasudest

LA CROAZIA E L'ARRESTO DI MLADIC: INTERVISTA DEL PRESIDENTE JOSIPOVIC ALLA TANJUG

Il presidente croato Ivo Josipovic


di Marina Szikora [*]
In una intervista all'agenzia di stampa serba Tanjug realizzata settimana scorsa, il presidente croato Ivo Josipović ha detto che la Croazia in nessun modo non si intrommettera' nelle relazioni bilaterali quando la Serbia iniziera' i negoziati di adesione con l'Ue. Ha aggiunto che la premier croata Jadranka Kosor ha dato un segnale chiaro consegnando al suo collega serbo Mirko Cvetković la traduzione dell'acquis. Facendo riferimento alla collaborazione regionale come una delle condizioni per ulteriori eurointegrazioni di entrambi i paesi, il presidente croato ha sottolineato che bisogna "raccogliere la forza" affinche' nonostante le reciproche cause della Croazia e della Serbia per genocidio davanti alla Corte internazionale di giustizia, bisogna sviluppare relazioni e risolvere i problemi esistenti. Le accuse, ha ricordato Josipović, sono nelle competenze del lavoro dei due governi ma e' evidente che non sono ancora state raggiunte le condizioni per il loro ritiro. "Naturalmente, io sarei propenso affinche' i problemi, se possibile, siano risolti attraverso un accordo e non davanti alla corte" ha detto Josipović.
Parlando del significato dell'arresto di Mladić per la Serbia e per la regione, il presidente croato ha valutato che cio' contribuira' assolutamente alla riconciliazione regionale e alzera' il prestigio della Serbia. Josipović ha osservato che questo gesto della Serbia sara' sicurametne ben accolto in BiH, ma anche in Croazia e portera' una certa catarsi, soprattutto rispetto alle famiglie delle vittime. E' chiaro che sta' al Tribunale di processare e prendere la decisione, bisogna lasciare alla corte di fare il suo lavoro, ha sottolineato il presidente Josipović. Il capo dello stato croato ha aggiunto pero' che sarebbe giusto che l'atto di accusa contro Mladić sia allargato in modo tale da includere i crimini in Croazia dei quali Mladić si puo' considerare responsabile. Alla domanda come commenta il fatto che l'arresto di Mladić hanno salutato anche le autorita' in Serbia e la maggioranza dell'opinione pubblica serba, mentre le sentenze dell'Aja ai generali croati Ante Gotovina e Mladen Markač hanno scioccato la Croazia, e perfino lui stesso, Josipović ha risposto che cio' non significa in nessun modo che la Croazia non sia consapevole che ci sono stati crimini anche contro i serbi, soprattutto quando si tratta di cittadini croati di nazionalita' serba.
Su questo non ci sono dubbi, ha detto Josipović, ma quello che puo' provocare insoddisfazione sono le sentenze concrete e ha spiegato che per lui la sentenza ai generali e' contestabile dal punto di vista giuridico. Non e' contestabile il fatto che vi sono stati crimini, ma il concetto dell'impresa criminale congiunta quando applicata giuridicamente ad un crimine concreto e' pieno di dilemmi, ha precisato Josipović. Le proteste non hanno provocato nessun eccesso. Si e' trattato di insoddisfazione che non signifca negare i crimini commessi bensi' il modo con cui e' stata stabilita la colpa, ha detto il presidente croato.
Nell'intervista a Tanjug, Josipović ha fatto riferimento anche al recente vertice dei leader dell'Europa centrale e sudorientale al quale non ha partecipato il presidente serbo Boris Tadić a causa del Kosovo rappresentato dalla sua neo presidente. "La Croazia ha riconosciuto il Kosovo anche se sappiamo che qui ci sono divergenze. Noi vogliamo ottimi rapporti sia con la Serbia che con il Kosovo", ha spiegato Josipović. E' una decisione della Serbia quale sara' la sua posizione rispetto alla partecipazione del Kosovo in questa o in quella forma alle riunioni internazionali, ha precisato il presidente croato. Josipović ha rivelato anche che nel suo colloquio a Varsavia con la presidente del Kosovo, essa ha espresso desiderio di stabilire al piu' presto le relazioni con la Serbia.
[*] Corrispondente di Radio Radicale

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