Seinen originariamente pubblicato a puntate, dal 9 maggio 1979 al 13 febbraio 1971, sul mensile giapponse ‘Play Comic’, è stato tradotto in Italia con il titolo di La cronaca degli insetti umani.
Si tratta di un volume poderoso – formato 17×24 cm, 368 pagine, carta di alta grammatura bianca, copertina con alette, stampa superba – e di un’opera nera dagli importanti risvolti sociologici, che racconta di una giovane donna, Toshiko Tomura, dal volto angelico e dalla personalità inquietante, che ruba i talenti dalla gente che la circonda per il proprio successo.
Come un insetto, Toshiko muta e si trasforma di volta in volta in una attrice, designer, scrittrice o fotografa, senza esitare a plagiare, ricattare e uccidere pur di appropriarsi delle opere di ingegno altrui. Quando incontra il signor Kamaishi, un industriale altrettanto avido di potere, manipolatore e senza scrupoli, che lavora nel settore dell’acciaio, sembra aver trovato il suo doppio.
Creata nel periodo della piena maturità dell’autore, questa splendida opera sospesa fra dramma e satira rappresenta uno dei migliori lavori di Osamu Tezuka, universalmente considerato ‘il dio dei manga’.
La potenza narrativa de La cronaca degli insetti umani deriva dai suoi tratti di complessità e spietatezza in cui non trovano spazio valori positivi come speranza o redenzione. Questo ne fa un perfetto ritratto del Giappone in crescita travolgente dopo la Seconda guerra mondiale, immerso in quel senso di smarrimento derivante dall’allontanamento dalle sue tradizioni millenarie per inseguire il modello occidentale, tanto nuovo e accattivante quanto insidioso.
Ricordiamo che gli anni Settanta videro il Giappone protagonista di una rapida ascesa ai vertici della produzione mondiale, ma anche a un incremento della corruzione politica e degli scandali; questo sullo sfondo degli scontri fra una visione conservatrice del mondo e una pressante aspirazione progressista.
Siamo tuttavia in presenza di un lavoro di fantasia, la cui originalità dell’intreccio e la scelta ironia che traspare dai disegni – che tuttavia nulla toglie alla drammaticità della trama – sono finalizzate a colpire l’immaginario del lettore.
Le tavole, straordinariamente costruite in una ben calibrata giustapposizione del testo ai disegni fortemente espressivi, la cura dei dialoghi e l’approfondimento psicologico dei personaggi, ciascuno dotato di grande intensità emotiva, lasciano – è il caso di dirlo – impossibilitati a sospendere o abbandonare la lettura.
La notevole mole di pagine scorre sul filo della tensione sino a un epilogo criptico, amaro, come nella migliore tradizione del mangaka, il quale, citato da Helen McCarthy nel suo saggio Osamu Tezuka: il dio del manga, ha dichiarato: «Sono convinto che i fumetti non debbano solo far ridere. Per questo nelle mie storie trovate lacrime, rabbia, odio, dolore e finali non sempre lieti».
Sebbene siano ancora pochi i titoli di Tezuka tradotti nel nostro Paese, sono sufficienti per comprenderne a pieno il genio eclettico, lo stesso in grado di concepire storie tanto differenti fra loro, da Ribbon no kishi (La Principessa Zaffiro) a Tetsuwan Atomu (Astro Boy), da Ayako a Pinocchio, da Burakku Jakku (Black Jack) a Adorufu ni Tsugu (La storia dei tre Adolf).
Dopotutto Osamu Tezuka non si è mai inserito in un preciso genere narrativo, ma ha piuttosto inventato egli stesso i vari generi del fumetto nipponico.
Angela Pansini
Osamu Tezuka, La cronaca degli insetti umani, Hikari, 368 pp., 18,00 €