Si inaugura oggi al Cairo la 47° edizione della Fiera internazionale del Libro del Cairo, che resterà aperta fino al prossimo 10 febbraio.
Quest’anno gli editori presenti saranno 850 (di cui 550 egiziani, 250 arabi e 50 stranieri, più 110 stand di libri usati), provenienti da 34 paesi diversi, di cui 21 arabi. Il Bahrain è il paese ospite d’onore, mentre il personaggio culturale dell’anno è Gamal al-Ghitani, il grande scrittore egiziano scomparso di recente.
Questa edizione, la terza dell’era El Sisi, non comincia nel migliore dei modi: è notizia di ieri che la poetessa, giornalista ed ex candidata al Parlamento Fatima Na’oot è stata condannata a 3 anni di carcere e ad una multa di 20mila LE con l’accusa di aver reso oltraggio alla religione e aver insultato l’Islam.
Fatima Na’oot (fonte: Facebook)Na’oot nell’ottobre del 2014 aveva criticato con un post su Facebook il sacrificio degli animali che viene fatto ogni anno per la festa musulmana di Eid al-Adha, dicendo che si trattava del “più grande massacro commesso dall’essere umano”. Durante il processo, che si era aperto un anno fa, Na’oot aveva ammesso di aver scritto la frase oggetto della contesa, ma aveva negato che il suo intento fosse quello di offendere l’Islam. La sua era piuttosto una critica al bisogno di violenza insito nell’uomo, che rende “sacro” quello che è semplicemente un atto barbarico.
Un nuovo processo toccherà invece allo scrittore egiziano Ahmed Naji e all’editore Tarek al-Taher, accusati di offesa alla morale per aver pubblicato sulla rivista Akhbar al-Adab un capitolo del nuovo libro di Naji, Istikhdam al-Hayat, che conteneva scene di droga e di sesso (lo potete leggere sul blog tradotto in italiano). I due erano stati prosciolti dalle accuse lo scorso gennaio, solo per poi essere rimessi a processo il prossimo 6 febbraio. Processo che potrebbe finire con una condanna al carcere per entrambi.
Azzurra Meringolo sul suo I ragazzi di Piazza Tahrir ci ricorda poi di altri due casi di censura: il primo, che vede coinvolto lo scrittore Omar Hazak, “poeta al quale è stato impedito di andare a ritirare l’Oxfam Novib/PEN Award per la libertà di espressione. È arrivato all’aeroporto con il biglietto e il visto Schengen ed è stato – per ragioni di sicurezza interna – riaccompagnato a casa sua”. Hazek era stato arrestato nel 2013 per aver partecipato ad un sit-in ad Alessandria, nonostante le manifestazioni fossero state vietate. Durante i lunghi mesi in carcere, Hazak non aveva mai smesso di scrivere, e di scrivere in particolare poesie. Era stato “graziato” solo lo scorso settembre. Ma come scrive Azzurra: “Probabilmente però il regime non ritiene opportuno farlo andare in giro per l’Europa a raccontare le sue vicissitudini”.
Il secondo caso ha come protagonista Alaa Al-Aswany: “Non può più scrivere il suo solito editoriale su Al-Masry al-Yaoum, dove è stato censurato e, notizia più recente, i suoi appuntamenti letterari sono stati cancellati dalle forze di sicurezza”.
Se il tema dell’edizione 2016 della Fiera del Cairo è “La cultura a confronto” (al-thawafa fil-mouwajaha), più che un confronto sembra un vero e proprio scontro, quello che vede coinvolti il regime egiziano e gli intellettuali.