Come pochi giorni fa raccontavamo, un’altra ragazzina si è suicidata dopo aver subito violenza, perché i suoi stupratori hanno messo in rete le immagini che hanno effettuato con il loro cellulare della violenza inflitta alla giovanissima vittima.
Una persona vittima di stupro subisce una violenza dietro l’altra:
si brutalizza il suo corpo, si uccide la sua innocenza, la sua fiducia, si incide sulla sua autostima, sul suo futuro, sui suoi rapporti personali presenti e futuri.
Lo stupro va al di là, molto al di là delle ferite inflitte al corpo.
Eppure accade che, non pago di aver stuprato e violentato l’anima e il cuore di una compagna di classe, un gruppetto di ragazzi, lo scorso settembre, ha ripreso e diffuso in rete l’abuso che ha inflitto a Audrie Pott, a San Francisco.
“Tutta la scuola lo sa, la mia vita è rovinata”, ha scritto Audrie Pott, il giorno dopo la violenza”.
E, dopo pochi giorni, si è suicidata.
Cara Audrie, se tu fossi viva, ti direi che, dopo che tutta la scuola ha saputo quel che ti è successo, non è la tua vita che doveva essere rovinata. I colpevoli, le persone che dovrebbero vergognarsi sono quei bruti che hanno fatto scempio della tua anima e del tuo cuore, oltre che dei tuo corpo. Quei bruti che ora sono in un carcere minorile.
E che nessuna vittima di stupro dovrebbe MAI sentirsi colpevole per quello che le è successo, che nessuno mai al mondo dovrebbe permettersi di pensare che abusare di una persona sia una cosa tanto bella e interessante da poter essere diffusa per cercare notorietà e apprezzamenti.
E ti direi che chiunque ha permesso che si diffondesse questa spaventosa cultura dello stupro è colpevole. Così come è colpevole chi porta avanti il patriarcato e le sue leggi.
Commenta, in calce all’articolo, una ragazza:
Nessuna si suiciderebbe se l’ignominia ricadesse su chi stupra e non sulla stuprata ( come spesso avviene ).
E invece sotto sotto si crede sempre che sei una tr….a che se lo e’ meritato.
A meno che non ti fai massacrare di botte e finisci in semi coma all’ospedale.
Questo basterebbe come prova/aggravante?
A proposito di “troie”.
Fonte: qui