La Cultura di Riferimento

Creato il 01 agosto 2012 da Fra
Capita, nella vita, di sentirsi smarriti. Scelte più o meno grandi, sposarsi o fare carriera, la casa con o senza giardino, la cena alle 19 o alle 22, l'aperitivo con stuzzichini oppure senza, parlare o meno di sentimenti, fare la raccolta differenziata o ignorarla completamente, cedere al caffè lungo dimenticandosi dell'espresso.
Quando si abita in un Paese/città e si è sempre abitato lì, in questi casi il cervello si può avvalere automaticamente di uno strumento prezioso: la società che ci circonda. Lungi da me promuovere un cieco conformismo. Ma, in certi momenti, imitare più o meno consciamente quello che fanno gli altri o quello che la società promuove può essere una scorciatoia confortante. Così, a Milano sai che se non ti vesti bene non conterai mai un cazzo. Puoi essere d'accordo o meno, ma è un parametro. In Polonia, mi dicono, se non ti sposi entro i trent'anni sei un fallito. Basta saperlo.
Una volta trapiantati all'estero, e soprattutto in un melting pot come quello bruxellese, la mia domanda è: e qui, qual'è la Cultura di Riferimento? Quella degli italiani expat che nostalgici comprano il bagnoschiuma Felce Azzurra al supermercato di prodotti nostrani? Quella belga (fiamminga o vallone però?)? Oppure quella americana/anglosassone che domina il mondo del lavoro? (e di cui la frase più bella per ora è "avere un bambino è come fare un secondo mutuo"). 
Oppure una Terza cultura che dobbiamo faticosamente creare ed interpretare?
Certi schemi che nella madrepatria funzionano, infatti, qui perdono di efficacia. Si scontrano con quelli degli altri, che possono sembrare interessanti, ma nello stesso tempo stonano con tutto quello che è stato parte di noi per gran parte della nostra vita. Si finisce per cercare rifugio nelle serie TV americane, che almeno propongono uno schema solido e semplice da seguire per tutti. USA wins.
Questione di tempo, mi dico: man mano che la transizione verso lo stato di "emigrato" si consolida, molti schemi vecchi si distruggono, e gli schemi nuovi prendono il loro posto.
Il casino bruxellese però rimane. Adottare gli schemi belgi? E chi ne conosce, di belgi? Abbracciare gli schemi anglosassoni? Mmmmh ma non siamo mica in Inghilterra. Affidarsi agli schemi degli amici del cuore, che magari sono polacchi? Ma se poi ci si ritrova a cenare alle sei?
In teoria la scelta dovrebbe essere graduale e inconscia. Tuttavia, a giudicare da certe facce che gravitano attorno al mondo UE, a certi patiti dell'easyjet, e a certe conversazioni, sembra che nella testa di molti - o almeno nella mia - si aggirino dei un grandi punti interrogativi.

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