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La cura contro il capitalismo vampiresco

Da Dylandave

La cura contro il capitalismo vampiresco

- Daybreakers – 2010 – ♥♥ e 1\2 -

di

Michael Spierig & Peter Spierig

Mescolano i generi cinematografici i fratelli Spierig, che prendono in prestito i vampiri dai film horror e immaginano un futuro 2019 nel quale questa razza domina il nostro pianeta terra e gli esseri umani sono solamente una razza in estinzione. Ma se il sangue umano è in estinzione con la razza stessa di cosa si nutriranno le sanguisughe vampiresche? Sembra essere proprio questo il dilemma che i potenti di questa ipotesi fantascientifica sembrano chiedersi, accompagnato dall’ ambizioso progetto farmaceutico di riuscire a sintetizzare in laboratorio un surrogato di sangue umano. I due registi australiani sono decisamente abili nel costruire questa ambientazione futuristica iniziale nella quale vi sono anche frequenti sottotesti politici e sociali, ma peccano dopo la metà del film nel passo di qualità. Sembra infatti che una volta “curato” il vampiro Ethan Hawke il film si trasformi in un action movie un pò fracassone nel quale umani e vampiri si combattono a suon di paletti nel cuore e succhiate di sangue. I Vampiri del 2019 sono civilizzati e non fanno più parte di quell’ immaginario horror comune di dannati che rifiutano le croci e sono spinti da istinti del male. Sembrano quasi vittime di un virus invece, dal quale alcuni vorrebbero “curarsi” mentre altri invece sono così ottusi da bramare così tanto il sangue umano, ignari del fatto che l’ estinzione di quella specie finirebbe per condannare anche loro. Daybreakers sembra porsi a metà tra la riflessione fantapolitica e sociale sulla brama di potere insita nell’ uomo (in questo caso vampirizzato) e la riflessione sulla possibilità del cambiamento umano verso valori e obiettivi più nobili degni appunto di quell’ umanità che oggi in tante occasioni sembra essersi persa per strada. I riferimenti ad altre opere sia cinematografiche che televisive di questo genere sono molto evidenti: dall’ ambientazione notturna e metropolitana molto alla Blade Runner, fino ad arrivare al desiderio di umanizzazione che hanno i personaggi di Being Human (serie Britannica in onda sulla BBC) o la caratterizzazione dei vampiri che molto si avvicina a quella dei protagonisti del True Blood di Alan Ball, seppur molto meno grotteschi e metaforici. I fratelli Spierig riescono a fare dei primi quarantacinque minuti del film un perfetto quadro di una realtà dominata dalle multinazionali che plagia con prepotenza le persone rendendole conformiste e schiave di caffè corretto al sangue e di lavoro notturno. Allo stesso tempo danno importanza al valore della ricerca e alla speranza di miglioramento costruendo nel personaggio interpretato da Ethan Hawke un perfetto ricercatore che non si piega alle politiche economiche che la stessa multinazionale per la quale lavora gli offre. A William Dafoe spetta invece il ruolo del ribelle, ex vampiro, che per caso ha scoperto un’ alternativa e una cura alla realtà vampiresca ed è deciso a lottare per la propagazione di questa sua giusta causa. In definitiva un’ opera che è gradevole per l’ ambientazione e la buona fusione fra generi cinematografici differenti (l’ horror, l’ azione e la fantascienza), ma che nel finale pecca nel diventare solamente una manifestazione splatter di un cinema di basso livello, nel quale la sceneggiatura viene messa in secondo piano rispetto alle sequenze  d’ azione. Un’ occasione non sfruttata in pieno. Peccato.

La cura contro il capitalismo vampiresco

( Il destino dei vampiri in carenza di sangue)
La cura contro il capitalismo vampiresco
( L' Umanizzazione del Vampiro Hawke)

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