Da oggi La danza dei draghi è disponibile in libreria. La terza e ultima parte di A Dance with Dragons di George R.R. Martin è finalmente in vendita, insieme all’edizione economica dei Guerrieri del ghiaccio, il volume che ha dato inizio a quest’ultimo romanzo. I volumi, sia La danza dei draghi che i precedenti, saranno in vendita con lo sconto del 25% fino al 28 nobembre. Con questo volume i lettori italiani possono raggiungere i lettori americani, più o meno.
Sul sito di Martin è disponibile un capitolo che comparirà in The Winds of Winter. In più ha letto almeno un paio di capitoli ad alcune convention, e in rete è possibile trovarne dei riassunti. Lo scrittore spera di completare il prossimo romanzo nel 2014, anche se ovviamente non fa promesse sulla data.
Cosa contiene questo libro? Io lo so, avendo già letto A Dance with Dragons oltre un anno fa so fin dove procede la storia, e anche senza fare particolari spoiler posso dire che tutto rimane in sospeso. Il primo capitolo, l’unico dedicato a Jaime nell’intero romanzo, è emblematico: ciascuno prosegue nel fare ciò che ritiene di dover fare, magari soffocando eventuali dubbi che possono nascere lungo il cammino, e poi accade qualcosa che fornisce una risposta a una o due domande che ci avevano tormentato per anni ma nascono anche dieci domande nuove. E noi rimarremo lì, in sospeso per molti anni ancora.
Sono molti i capitoli che finiscono improvvisamente, con troppe cose in sospeso. Guardiamo il romanzo, ciò che ha scritto Martin, non la suddivisione italiana. 959 pagine, arrivate dopo un’attesa di sei anni.
Troppi, sia le pagine che gli anni. La situazione è talmente ingarbugliata che per sbrogliarla servono ben più di uno o due capitoli, perciò se Martin lo avesse fatto avrebbe creato un romanzo dalle dimensioni mostruose con un ritardo nella pubblicazione ancora maggiore. Una trama ha deciso di tagliarla lui in un certo punto, perché se avesse dato l’avvio a certe vicende sarebbe servito troppo tempo per risolverle. Un’altra l’ha tagliata su consiglio della sua editor, Anne Groell. E, come se le vicende dei vari punti di vista non fossero sufficienti a lasciarci bramosi di conoscere il seguito, arriva l’epilogo.
È inutile che cerchiate capitoli nascosti tra la sovracoperta e la rilegatura, quando arrivate a pagine 424 tutto quello che c’è da leggere lo avete già letto, a meno che non vogliate cercare indizi in un appendice già presente nei due volumi precedenti. Come cantano Paul and Storm, come avrei potuto sapere che questo seme (la lettura del Trono di spade) sarebbe cresciuto fino a diventare un’assuefazione che mi avrebbe imprigionata fin nel profondo delle ossa? Ora, cinque romanzi dopo (dodici per noi italiani) io rimango in agguato insieme alla massa, indignata, con pieno diritto, e in attesa della notizia che il grande Ghiacciaio Barbuto abbia finalmente pubblicato altre novecento pagine di droga per i drogati.
Perché ogni nuovo verso della tua canzone ti impegna così dannatamente a lungo?
La canzone, che ho già linkato in un altro paio di punti, ovviamente è questa: http://www.paulandstorm.com/lyrics/write-like-the-wind-george-r-r-martin/.
Drogati noi? Fanatici? Noooooo. Siamo persone perfettamente normali e ragionevoli, come provano anche queste foto. Quel trono è un espositore di libri. Dopo averlo visto ho deciso che dovevo assolutamente fare una foto seduta lì sopra. Il che significa che ho dovuto portarmi dietro la macchina fotografica, comprare le batterie per l’occasione visto che mia figlia aveva scaricato completamente le altre fotografando tutte le vignette di un giornalino delle Winx (“così puoi leggere la storia anche tu” mi ha spiegato), indossare una maglia al posto della divisa e giocarmi una parte della pausa pranzo per il servizio fotografico. Fosse stato per me avrei fatto ancora altre foto, ma non potevo tormentare troppo la collega, che già mi guardava strano.
Comunque io rientro nella norma. Vulture, il blog del New York Magazine, ha stilato una classifica delle 25 basi di fan più devote. L’articolo completo si trova qui: http://www.vulture.com/2012/10/25-most-devoted-fans.html?mid=nymag_press. Non si tratta dei gruppi di fan più numerosi, ma dei più fanatici. Come hanno spiegato gli articolisti non è solo una questione di amare una particolare opera o un particolare artista, ma di come questo amore si rifletta nelle vite dei fan. I film dei Transformers, per esempio, hanno appassionato parecchi milioni di persone in tutto il mondo, ma se la Paramount dovesse annunciare che non ci saranno nuovi film nessuno protesterebbe. Per contro Community ha molti meno fan, ma se la NBC dovesse decidere di non trasmettere la quarta stagione se li troverebbe tutti, inferociti, ai propri cancelli.
Ecco, secondo Vulture i fan più accaniti sono quelli di:
25 Mad Men
24 Real Huusewives
23 Lil B
22 Stephen Colbert
21 Phish
20 Kevin Smith
19 Insane Clown Posse
18 Neil Gaiman. Autore di Nessun dove, romanzo molto bello, American Gods, che invece devo ancora leggere, I ragazzi di Anansi, Coraline, di diversi altri romanzi per ragazzi e di Sandman.
17 Bruce Springsteen
16 True Blood. Il riferimento è alla serie televisiva tratta dai romanzi dei Southern Vampire Mysteries di Charlaine Harris. Come Il trono di spade la serie è realizzata da HBO ed è arrivata anche da noi. I romanzi sono pubblicati da Delos Books e Fazi. Io ho letto i primi cinque, ma in questo caso non mi sono ammalata, anche se prima o poi ne leggerò qualcun altro.
15 Oprah Winfrey
14 Star Trek. Qui l’ammalato è mio fratello, io ho guardato – più che altro perché avevamo una sola televisione, precettata regolarmente da lui – la serie classica, ed era carina, ma anche in questo caso ho superato indenne l’esposizione ai germi.
13 Community
12 Joss Whedon
11 Tyler Perry
10 Arrested Development
9 Doctor Who
8 Lady Gaga
7 Hunger Games, romanzi di Suzanne Collins e relativo film. Mai letti, ma me ne hanno parlato bene. Vedremo se troverò il tempo per loro.
6 Il signore degli anelli. Il romanzo di J.R.R. Tolkien è l’opera che ha indirizzato tantissime persone, me compresa, verso il fantasy. Io non rientro fra coloro che reputano un crimine di lesa maestà criticare il romanzo o lo scrittore, mi piacciono molto entrambi ma non credo siano insuperabili. E sono felice che il successo dei film abbia rilanciato romanzo e genere, ma non sono un’amante dell’adattamento di Peter Jackson.
5 Justin Bieber. Un paio di anni fa ero al lavoro al computer, impegnata a inserire una serie di ordini. Vicino a me c’era il tavolo dedicato ai libri di spettacolo, e a un certo punto sono passati una coppia di ragazzi. Lei, tutta contenta, ha esclamato “guarda, c’è il coso di Lady Gaga!”. Io, tra me è me, ho pensato “è un libro. Siamo in una libreria, quello che c’è sul tavolo si chiama libro”. Ovvio, non l’ho detto, discutere con i clienti per sciocchezze non fa parte del mio lavoro. Tempo pochi secondi e la ragazza ha aggiunto “guarda, c’è anche il coso di Justin Bieber!” Davvero essere fan lobotomizza così le persone al punto da far dimenticare i termini corretti? Ritrovare qui, così vicini, Lady Gaga e Justin Bieber mi fa inevitabilmente pensare a quella ragazza. Quanto ci coinvolge una passione facendoci dimenticare tutto quanto?
4 Harry Potter. I romanzi, ovviamente, sono di J.K. Rowling, ma qui si parla anche di film. Quando la scrittrice ha un po’ dilatato i tempi di scrittura i fan sono diventati impazienti, e a me veniva voglia di dire “Tu non sai niente, Jon Snow”. Fra il primo romanzo, Harry Potter e la pietra filosofale, e l’ultimo, Harry Potter e i Doni della Morte, sono passati dieci anni. La massima attesa sono stati i tre anni fra Harry Potter e il calice di fuoco e Harry Potter e l’Ordine della Fenice, eppure i fan erano davvero impazienti. I fan italiani di Robert Jordan, quelli che hanno iniziato a leggere La Ruota del Tempo in edizione Mondadori, hanno aspettato nove anni per passare da Il Drago rinato a L’ascesa dell’Ombra, quando il quarto romanzo è stato pubblicato da Fanucci dopo che la casa editrice di Segrate aveva trascurato per troppo tempo la saga. I fan di George R.R. Martin hanno dovuto aspettare cinque anni per passare da A Storm of Swords a A Feast for Crows, e sei per passare da A Feast for Crows a A Dance with Dragons. Undici anni per due libri, non dieci anni per sette. La Ruota del Tempo si concluderà in originale nel 2013, 23 anni dopo il suo inizio. In italiano suppongo che sarà questione di qualche mese, 22 anni complessivi. Le cronache del ghiaccio e del fuoco sono iniziate nel 1996 in inglese, 16 anni fa, e nel 1999 in italiano, 13 anni fa, e ancora non abbiamo idea di quando termineranno, ma sicuramente si parla di anni. Perciò l’impazienza dei fan di Harry Potter mi ha sempre fatto un po’ ridere perché esagerata. Se vogliamo che uno scrittore scriva bene deve avere tempo, e alcuni sono più lenti di altri. Anche alcuni libri richiedono più tempo di altri, pure se lo scrittore è lo stesso. I romanzi mi sono piaciuti, di film ho visto solo il primo e il quarto.
3 Twilight. Io ho letto solo una lunga intervista a Stephenie Meyer, e mi è sembrata una persona intelligente, ma la voglia di avvicinarmi ai suoi libri proprio non c’è. Certo i film che ne sono stati tratti hanno fatto nascere una notevole moda sui vampiri, peccato che i vampiri in origine fossero creature di tutt’altro tipo.
2 Star Wars. Tanto per cambiare, sono riuscita a leggere il primo romanzo, firmato da George Lucas. Non so quante volte, quando avevo appena conosciuto mio marito, lui mi ha parlato di un film e io mi sono ritrovata a dirgli che avevo letto il libro. Forse la volta che l’ho stupito di più è stato quando gli ho detto di aver letto I cavalieri che fecero l’impresa di Pupi Avati. Cosa ci posso fare se leggo tanto? Ora meno, ho molto meno tempo, ma comunque sono una lettrice. Però la prima trilogia di film di Guerre stellari mi è piaciuta molto. Della trilogia di prequel ho visto solo il primo film. Il mio problema con il cinema fantastico è che spesso ho l’impressione che produttori, regista, sceneggiatore e tutte le altre persone che vi lavorano si concentrino di più sugli effetti speciali che sulla storia, e questo non mi piace.
1 Il trono di spade. Potevamo non esserci noi al vertice? La canzone Write Like the Wind (George R.R. Martin) ve l’ho linkata, abbiamo la Fratellanza senza Bandiere, esiste la parodia, A Game of Groans, sono nati siti o opere che attaccano lo scrittore come Waiting for the Dragons e A Dance with Detractors, è uscito il libro di cucina oltre a gadget di ogni tipo, esistono non so quante discussioni che analizzano i romanzi quasi riga per riga nel tentativo di trovare indizi nascosti (e ce ne sono!), devo vedere se riesco a comprare per mio marito le scarpe di Casa Targaryen mentre io vorrei la maglietta degli Stark, la serie televisiva è stata la più piratata del 2012, anche se la seconda stagione mi è piaciuta meno della prima. E non vedo l’ora che venga trasmessa la terza, con tanto di NR. Martin ha detto che prima della trasmissione di quell’episodio andrà a rifugiarsi in qualche località dove non arrivano televisione o internet, e dove i fan non lo possano trovare. Avete presente le reazioni al nono episodio della prima stagione? Per lui (e per me) era storia vecchia, risale rispettivamente al 1996 e al 2000, ma per milioni di persone era un evento nuovo. Ecco, stavolta potrebbe essere peggio, e io ogni volta che ci penso rido. Ma piano, perché l’inverno sta arrivando. Anzi, è già qui.