La danza del ragno

Creato il 13 marzo 2012 da Alfa


In una delle terre che anticamente portavano il nome di Enotria si coltiva un vitigno il cui nome è doppiamente nero.
Il nome viene infatti dal latino “niger” (“nero” in latino”) e “mavros” (“nero” in greco antico, diventato “maru” nel dialetto). Il Negroamaro (o Negramaro), un vitigno a bacca nera che viene coltivato soprattutto nel Salento, in Puglia.
In questa terra dalla storia antichissima esisteva una tradizione antica e misteriosa. Si riteneva infatti che il morso di un ragno velenoso e di grosse dimensioni che vive da quelle parti, la tarantola, potesse indurre una malattia simile all’epilessia ma diversa da questa, chiamata appunto tarantismo.
Per curarla i malati si recavano alla chiesa di San Paolo di Galatina dove venivano curati attraverso un particolare esorcismo musicale e utilizzando l’acqua di un pozzo. Da un lato la sua acqua serviva a curare i Tarantolati; dall’altro la sua presenza benefica ha sempre preservato i galatinesi dal contagio. La scelta di San Paolo è dovuta al fatto che negli Atti degli Apostoli si dice che fu morso da una vipera senza subire alcun danno dal veleno.
I tarantolati, oltre a bere l’acqua, cominciavano a danzare al ritmo di una musica ossessiva e indiavolata, la “pizzica”, lasciandosi andare a movimenti sempre più sfrenati. E se la musica cessava cominciavano a singhiozzare e disperarsi. Quando infine vomitavano nel pozzo l’esorcismo si considerava riuscito e i malati guariti.
Alcuni ritengono che il tarantismo, oggi scomparso, fosse una forma di isteria che colpiva soprattutto le giovani donne nubili nel caldo periodo estivo. Altri ipotizzano che potesse essere innescato dal morso di un ragno, ma non quello dell’innocua (di fatto) tarantola, ma quello della più pericolosa vedova nera mediterranea o malmignatta (Latrodectus tredecimguttatus). Studi recenti hanno ipotizzato tra l’altro che il ballo convulso possa favorire il rilascio di endorfine capaci di neutralizzare gli effetti del veleno di questo ragno.
La “pizzica”, come musica, è comunque sopravvissuta alla fine del tarantismo, dando vita ad una riscoperta delle tradizioni musicali salentine che ha portato a farle conoscere ad un pubblico non solo nazionale. In questo movimento vari artisti si sono fatti notare per la capacità di innovare la tradizione dando vita a sonorità moderne con radici molto antiche.
Tra questi i più famosi sono i Negramaro, che prendono il nome proprio dal vitigno, esplosi con il brano “Mentre tutto scorre”, presentato senza successo a Sanremo, ma che scalò subito le classifiche, grazie anche al fatto che il regista D’Alatri scelse varie canzoni per la colona sonora del film “La febbre” con Fabio Volo. Attualmente i Negramaro sono uno dei gruppi più apprezzati del panorama musicale italiano.
Negramaro – Sing-hiozzo


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