A chi volesse senza timore approcciarsi alla lettura•visione•scrittura dei Tarocchi, in special modo degli Arcani Maggiori.
Ed è proprio in questo ri-trovamento che il lettore offrendosi all'opera dello Spirito diviene scrittore a sua volta, e senza mai aver toccato la penna. Questo per il fatto che noi intendiamo la scrittura come trasformazione interiore, in-scritta nella vitale connessione con il suo essere già nel mondo, e dunque trasformandolo. Platone disse dell'uomo sapiente che «per ogni singola cosa la quale ai cittadini sia male sostituisce altre cose che sono e appariscono bene».Bisogna mutare dunque uno stato nell'altro.
È un processo inevitabile che coinvolge tutte le acquisizioni dell'umanità, tutta la nostra sensibilità alla vita. Sicché con la scrittura (o immagin-e cre-azione) si decide l'apporto decisivo ad una Realtà che va formandosi (creazione) in relazione proprio a ciò che sta trasformando. Questa Realtà è l'essenziale metafisica che bisogna saper cogliere, affinché Tarocchi costituiscano per te dei «Ponti sui burroni del tempo» ::: La Danza della Realtà. E allora noi saremo di volta in volta Cavaliere, Fanciulla, Drago e Re. Il Re (la nostra volontà) dice: “Basta! Devi lavorare su te stesso! Domina il drago!. Allora il Cavaliere (il nostro intelletto) si mette in moto, comincia la sua introspezione, brandisce la lancia – il potere di concentrazione – e affronta il Drago (l'energia ancestrale): lo trafigge e così facendo riconosce con un certo distacco, senza rifiutarle, le pulsioni cannibalistiche, narcisiste, incestuose, bisessuali, sadomasochiste e così via. Uccidere il Drago non significa eliminarlo, bensì trasmutare le pulsioni incanalandole verso la luce, la fede, l'amore per la vita, la realizzazione spirituale (Jodorowsky).