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La Danza della Reltà di Jodorowsky Alejandro

Creato il 03 dicembre 2010 da Scatolaemozionale
La Danza della Reltà di Jodorowsky Alejandro
Autobiografia di questo geniale regista-attore cileno che ha saputo fare dellla sua arte una terapia per riuscire ad afferrare la vita e per aiutare gli altri. Il libro è fitto di vicende relative alla sua infanzia, periodo non certo felice continuamente ricordato per il rapporto di amore e odio col padre.
Da queste vicende e da un'infinità di altre esperienze deriva la psicomagia, una pratica che restituisce all'arte e all'immaginazione la loro primitiva funzione curativa dell'animo umano che Alejandro è stato in grado di mettere in atto nelle sue "molteplici vite"; si non riesco a trovare definizione migliore per descrivere la vita di questo personaggio davvero particolare ma semplice allo stesso tempo. La sua vita è stata caratterizzata da momenti e fasi di difficoltà, di prosperità, di povertà, di pura immaginazione e di lavoro costante, su stesso e sugli altri, prima da allievo, poi da attore, da regista di teatro, di film, fino alla psicomagia. Mentre leggevo il libro, spesso mi domandavo come avesse fatto a vivere così tante cose.
Per capire meglio di chi si tratta consiglio a tutti di leggere questo libro, che più che una autobigrafia è un romanzo davvero intenso di vita, e scritto in un modo così fluido che spesso ci si ritrova a pensare come l'autore, perchè molti passaggi contengono delle chiavi molto importanti per una lettura più profonda si noi stessi.
Vi lascio con delle citazioni prese dal libro:
"Ogni volta che tentavo di soddisfare le mie passioni dimenticavo che stavo sognando. Alla fine ho capito che, nella vita, come nel sogno, per rimanere lucidi occorre prendere le distanze, tenere sotto controllo il processo di identificazione";"Ecco a cosa servono le domande, l'arte, le magie: a capire, perché "non si può guarire nessuno, si può soltanto insegnare a guarirsi da soli";
"I miracoli sono paragonabili alle pietre: si trovano ovunque e offrono la loro bellezza, ma nessuno ne riconosce il valore. Viviamo in una realtà dove abbondano i prodigi, ma li vedono soltanto coloro che hanno sviluppato le proprie percezioni. Senza tale sensibilità tutto è banale, l'evento meraviglioso viene chiamato casualità e si cammina per il mondo senza avere in tasca quella chiave che si chiama gratitudine".
Buona Lettura

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