Come dimenticare alcune delle più belle scene di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, nelle quali il grandissimo regista accompagna il movimento delle astronavi con le note dei valzer straussiani? Galleggiano nello spazio vuoto ad una velocità che pare rallentata, tramite un movimento armonioso, curvilineo: sembra proprio una danza. E quel movimento esotico, ma pur meccanico, è silenzioso: un silenzio immane lo circonda, per questo è così emozionante e poetica la scelta di commentarlo con una musica tanto umana, tanto legata a vicende ben localizzate nel tempo e nello spazio, come quella dei valzer viennesi.
(Tra l’altro: non ha qualcosa di ottocentesco, imperiale, anche l’interno dove si svolge la metafisica ed onirica scena conclusiva?).
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