Magazine Cultura
Mi fa sempre piacere scoprire nuovi autori e soprattutto se i loro scritti mi interessano; così oggi ho il piacere di presentarvi un romanzo sui vampiri intitolato "la danza delle marionette" di un autore italiano: Luca Buggio che ho conosciuto tramite il mio blog!
Prima di addentrarci nel dettaglio del romanzo...
Ma come sono i vampiri di Luca?
Questo autore descrive questi signori della notte rispettando i canoni standard dei classici vampiri! Questi esseri soprannaturali escono solo di notte e cercano di passare inosservati tra la folla.
Le uniche cose che temono sono il sole, il fuoco e i loro simili e il resto... solo leggende! Ogni vampiro possiede una attitudine, che diventa il suo tratto distintivo, che può essere un vizio o una virtù.
Il libro nel dettaglio:
LA DANZA DELLE MARIONETTE
Trama:
Angus è un vampiro, un predatore che sceglie le prede con attenzione: solo chi fa del male ad altre persone. Le vittime delle sue vittime diventano i suoi protetti, prendersene cura lo fa sentire ancora vivo, amato. Umano. Ma ugualmente diviso tra un mondo a cui non sente di appartenere e uno che non lo riconosce più.
Kerri non ha avuto una vita facile, la sua infanzia è un incubo che vorrebbe dimenticare. Angus l’ha tolta dalla strada e lei è cresciuta e diventata forte al suo fianco, fingendo di non accorgersi dei suoi tanti misteri.
Galinder guida congreghe di vampiri dai tempi degli imperatori romani. Saggia guida per alcuni, spietato tiranno per altri. Indifferente alla sorte dei mortali, gli interessa soltanto mantenere il potere, alimentando gli intrighi che nascono alla sua corte.
Malakith ha un unico scopo nella sua millenaria esistenza: sconfiggere Galinder una volta per tutte. Nessuno scrupolo rallenta il suo cammino. Porta tempesta e si lascia alle spalle distruzione.
Suona la danza e le marionette si muovono a tempo di musica. Galinder e Malakith. I loro seguaci, i loro servi. Angus. E Kerri. Chi è che regge i fili?
Presentazione del libro di Luca Buggio:
Angus è un vampiro diverso dai suoi simili. Dà la caccia a coloro che fanno del male agli altri e si prende cura delle loro vittime, in virtù di un voto fatto alla memoria della moglie, della cui morte si sente colpevole da più di un secolo e mezzo.
E’ un personaggio conteso da una natura gentile e caritatevole e un’altra vendicativa e bestiale, proprio com’è diviso tra il mondo dei vampiri e quello dei mortali. Dei primi fanno parte esseri violenti, crudeli, capricciosi, indifferenti, malinconici: tutti alla ricerca di un modo per sopravvivere ad un’eternità di notti sempre uguali. I mortali di cui Angus si circonda appartengono ad un mondo di reietti ma ricco di grande umanità: insegnanti, preti, ex-prostitute, baby gangster, barboni, ciascuno con il suo bagaglio d’esperienze, simboli e linguaggi.
La “danza delle marionette” che fa da sfondo alla vicenda è quella del “Dominus” Galinder, leader dei vampiri della metropoli, della sua “figlia” ribelle Malakith e del filosofo Policlete. Una partita a scacchi in cui Angus si trova ad essere pedina suo malgrado, e che è obbligato a giocare fino in fondo per la sua esistenza e quella delle persone che ama. Il motivo conduttore della trama è tuttavia un’altra danza, quella tra Angus e Kerri, la direttrice della Fondazione che accoglie i protetti del vampiro buono. Kerri è ostinatamente innamorata di colui che la salvò dalle tenebre, cresciuta al suo fianco fingendo di non accorgersi della sua palese seppur mascherata diversità. Angus ha bisogno di amore, dei suoi protetti ma innanzitutto di Kerri, per sentirsi ancora vivo e “umano”.
Ho collocato la storia in una metropoli di fantasia, che nel romanzo non viene mai nominata, e in un periodo che va, non a caso, tra il 2 novembre e il 25 dicembre. La morte e la nascita. Mi piace pensare alla Danza delle Marionette come a una metafora. La cornice in cui avvengono le vicende è realistica ma non reale, perché non volevo “ancorare” la storia ad un luogo fisico che ne avrebbe forse limitato l’interpretazione. Non so se è stata una scelta giusta. Come in molte cose, ho seguito l’istinto. E’ vero, d’altra parte, che la città di Angus e Kerri è chiaramente riconoscibile come nordamericana. Avevo bisogno di un’ambientazione caratterizzata da forti contrasti sociali, un posto dove puoi trovare un mendicante che vive a due passi da un miliardario nella totale indifferenza di tutti. Un posto dove possono “sparire” delle persone senza che nessuno si chieda che fine hanno fatto. Un posto dove dei vampiri possono prosperare senza suscitare sospetti.
Recensione del romanzo
a cura di Silvia Lo Sardo
La lettura è stata piacevole, mi è piaciuto molto fantasticarci su questa storia, sembra un film: lo vedi, lo senti, scorre veloce in tutte le sue dinamiche, un film avvincente.
Io però amo la “lentezza” e quindi ringrazio di questa versione scritta che mi permette di immaginare e dilatare emozioni e immagini nel rispetto dei miei tempi.
Dovrei rileggerlo almeno altre dieci volte, perché sono sicura di essermi persa aspetti importanti, perché questo libro è ricco di sfaccettature diverse, riferimenti da approfondire, di piani che si sovrappongono, di complessità profonde, “abbondante” come la vita.
La mia criticità è che non amo il genere fantasy e nemmeno la ricchezza di personaggi e di intrecci che il racconto propone. E’ un mio limite.
Semplifico conservando dentro me la storia di un vampiro buono, egli vive nel rimorso di avere ucciso la moglie ed espia il suo peccato dedicandosi a chi vive ai margini della società, si nutre dei “cattivi” e protegge i buoni; la volontà degli individui non è sufficiente, in questo racconto, a determinarne la libertà e la giustizia degli eventi.
La storia è coerente, si snoda, dall’inizio alla fine, fluente; è raccontata in modo efficace da un narratore esterno che però lascia “sentire” gli stati emotivi più intimi dei suoi personaggi.
E’Angus il maestoso protagonista che si muove in un’America ben ambientata e suggestiva nel periodo invernale e natalizio che va dal 2 novembre al 31 dicembre.
Trovo azzeccatissimo anche il periodo scelto, nella mia esperienza le disavventure e difficoltà maggiori coincidono con questo periodo dell’anno, è il periodo delle svolte, delle rinascite, della crescita personale.
Bella la figura di Kerri e fantastica Erin, Chris è per me la speranza di un futuro più trasparente, anche se so che nella vita dove ci sono segreti si alimentano patologie e negatività e conflitti, insomma l’impossibilità di poter essere veramente liberi.
Chris per me è potenzialmente libero, ho amato il personaggio già nella prima versione.
Convengo che sebbene i personaggi siano innumerevoli e su molti, specie sui non umani, non mi sia soffermata molto, tutti contribuiscono al senso profondo del racconto e tra le diverse metafore assolvono ad una precisa funzione nel procedere della storia, sembra di vederli perché ben descritti, chiaramente caratterizzati e credibili. Non mi pare ce ne siano di inutili o di poco delineati, sono tutti molto “vivi”, paradossale questo per i vampiri soprattutto; è espressione per me di un pensiero al quale sono molto legata, cioè che l’aggressività in sé è una forza, è espressione di vita e non va soffocata.
Mi sembra di leggere anche, in questo racconto, un modo di vedere le cose con un eccesso di senso di “espiazione”. Angus soprattutto vuol pagare un conto del passato per l’eternità, assumendosene una totale responsabilità, precludendosi un presente nel timore anche di un futuro, la stessa scelta farà Kerri.
E’ un racconto che intende la vita con l’aspetto della “pianificazione” e di molto “controllo” di molta responsabilità verso gli altri (i puri, i bambini, i ragazzi, i malati) ma che diventa autodistruttiva per chi però non riesce ad avere compassione di sé.
C’è molta vita vera in questo racconto fantasy, genere che ho detto di non amare ma al quale, in questo caso, mi sono appassionata. Mi sembra anche molta ricerca di sicurezza e di verità. La nostra vita però è movimento continuo, instabilità.
La stabilità e la sicurezza esterna sono solo illusioni.
E’ l’accettazione dei propri limiti l’energia dell’affetto e dell’amore verso se stessi.
Nessuno può essere perfetto, neppure un vampiro credo.
Ho imparato che quando non ci sentiamo capaci e bravi subentra una spinta di crudeltà verso noi stessi.
E’ questa, per me, la trappola.
Ho rivisto aspetti anche miei in questo libro ed ho intrapreso durante la lettura un monologo interiore con me stessa per vedermi, nella mia verità, con fiducia, senza giudicarmi, io che tante volte marionetta sono stata ma che, grazie anche a questo racconto, cammino verso la mia libertà di essere umano.
Conosciamo meglio l'autore:
Luca Buggio è nato a Torino il 15 luglio 1966; laureato in Ingegneria, affianca alla sua attività la passione per il teatro e per la narrativa. La Danza delle Marionette è il suo primo romanzo e deve l’ispirazione ad una lunga esperienza nel mondo del volontariato: anche se i personaggi e le vicende della storia sono di pura fantasia, le emozioni che la pervadono sono reali, fino all’ultimo sorriso, fino all’ultima lacrima.
sito dell'autore: http://www.lucabuggio.it/
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