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La danza delle priorità assolute

Da Unaltrosguardo @maurovillone

Testo e foto: Mauro Villone – Fotografie della serie: Appunti di viaggio

Taichi a Tiantan park - Pechino

Taichi a Tiantan park – Pechino

Fate un bel respiro chiudete gli occhi e meditate un momento. Se ci fate caso la vita di tutti noi è fatta di priorità. Cos’è che realmente ci spinge a fare certe cose invece di altre? O a farne certe prima di altre? Personalmente mi sono convinto, anche per esperienza di vita personale, che si tratta di una scelta di priorità. Una scelta che avviene per lo più su basi emotive, personali e profonde. Molto spesso queste priorità personali, che spesso ben si manifestano nel periodo infantile e poi ancora fino alla gioventù, anche se in misura minore, vanno via via scemando per essere sostituite da altre priorità che spesso ci vengono imposte. Priorità di altri, del sistema in cui ci si trova invischiati, di sensi di colpa e sensi del dovere, di responsabilità apparentemente oggettive.

Se vi soffermate a pensarci un attimo vi accorgerete che spessissimo, mentre si dovrebbe trattare di priorità nostre, in realtà si tratta di priorità di qualcuno o qualcos’altro. In questo attimo di sensazione sospesa, fuori dallo spazio-tempo convenzionale che tiranneggia la nostra vita, ci potremo rendere conto di un sacco di cose. Se le priorità scelte fossero davvero e sempre le nostre dovremmo essere felici sinceramente e al di là di ogni dubbio. È facile invece sorprendere molto spesso se stessi ed altri a lamentarsi per doveri, responsabilità, scadenze, obblighi. Se tutto questo fosse davvero scelto da noi dovrebbe essere una gioia, addirittura incontenibile. Ho deciso di vivere in una comunità => che bello pagare le tasse! Ho voluto fare due figli (o tre o sei)=> che bellezza dover lavorare tutto il giorno per mantenerli! E via dicendo. Talvolta questo accade e ci troviamo in presenza di persone felici, serene e motivate. Ma molto spesso invece la tensione delle vite delle persone si può sentire chiaramente, fino ad arrivare allo scontento, alla depressione, all’infelicità vera e propria.

Isole del Maranhao - Brasile

Isole del Maranhao – Brasile

La mia scelta di vita personale, avvenuta emotivamente già molto prima che mi rendessi conto con chiarezza di questo meccanismo, è andata, all’inizio molto maldestramente, poi con sempre maggiore padronanza, verso una vita consacrata a una libertà profonda. Specie di ordine spirituale. Le necessità spirituali, che Maslow nella sua scala dei bisogni collocava in cima a tutto, ma conseguente alla soddisfazione di altri bisogni di ordine materiale e psicofisico, sono in realtà a mio parere sempre presenti fin dall’inizio, persino se si sta morendo di fame. Anzi, per esperienza personale, so che proprio le persone più povere sul piano materiale hanno più profonde capacità di ricerca spirituale.

Per quanto mi riguarda, sebbene riconosca la bellezza del mondo materiale e ne sia alquanto interessato, non ho nessuna intenzione di farmi schiavizzare dal sistema lavoro-retribuzione solo per potermi permettere beni materiali che lasciano il tempo che trovano. Potrà anche essere bello possedere e usare un’automobile bella e confortevole. Ma francamente la mia priorità consiste nel godermi le bellezze della natura e dello spirito. In tutti i sensi, dalla passeggiata in montagna alla nuotata, dalla scopata alla meditazione, dal cibo sano alla cura del proprio corpo.

I bisogni spirituali nella nostra cultura occidentale sono considerati un accessorio da ricchi o qualcosa da demandare a individui preposti a risolverci questo incomodo problema. Così accade che le persone fanno la loro vita fatta di relazioni, lavoro e divertimenti, cose del tutto sacrosante, anzi addirittura sacre, per poi dover trovare il tempo per andare dallo psicologo, fare un po’ di relax o di meditazione, parlare con un sacerdote o un guru. In realtà la meditazione e tutte queste ultime attività dovrebbero essere la vera priorità per essere felici. In quell’attimo di sospensione dovremmo renderci conto che di tutto il resto non rimarrà più nulla. Se non un mucchietto di polvere, qualche cianfrusaglia arrugginita, quattro muri se le cose sono andate abbastanza bene. Tutto il resto, come affetti, sentimenti, visioni e ricordi, se qualcosa di noi dovesse continuare a esistere (non abbiamo certezze, ma io credo sia così) ce lo porteremo con noi. A questo punto per me la meditazione, che è fusione con la realtà universale e non austerità da asceti, diventa prioritaria e non un accessorio da consumare frettolosamente per pararsi il culo.

Piana di Giza - Egitto

Piana di Giza – Egitto

Un grande maestro buddista del XIII secolo sosteneva che “se un uomo e una donna durante il rapporto sessuale recitano mantra e parole sacre i desideri terreni diventano illuminazione e i misteri di nascita e morte si trasformano in Nirvana”.

Non serve a nulla usare figli, famiglia e fantomatici doveri per mascherare la propria incapacità di essere totalmente se stessi. Trovare la completa fusione con se stessi che è poi con tutto l’universo è meravigliosa libertà, ma la libertà spesso fa paura, poiché essere liberi è Vera Responsabilità. E non c’è nulla che abbia poco a che vedere con l’egoismo in questo atteggiamento verso il mondo, perché una persona libera ha come immediata successiva priorità quella di andare verso gli altri, siano essi partner, amici, figli, antenati e sconosciuti.

Fermiamoci un attimo. La vera priorità è dedicare la propria vita nel continuare a produrre denaro, oggetti e altre illusioni? O forse questi sono solo accessori sacrosanti per sopravvivere e vivere decorosamente. Mentre la vera vita risiede nel dedicarsi alla fusione con la vera essenza dell’universo che si manifesta negli affetti profondi, nella consapevolezza di esistere, nell’amore per se stessi e la terra, nella natura e nella bellezza?

Khumb Mela ad Allahbad - India

Khumb Mela ad Allahbad – India



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