Solo ora comprendo appieno l’emozione dei poeti nel descrivere l’epifania di una dea. Mi passi davanti camminando lentamente e i tuoi sono leggeri passi di danza su vertiginosi tacchi a spillo. Ti siedi, accavallando elegantemente le gambe affusolate, la cui bellezza è esaltata dalle calze. Vorrei rompere l’incanto, separare la distanza tra noi e farti mia. Qui, subito, ora. Non posso, purtroppo o per fortuna, perché so che un mio solo gesto sbagliato ora mi priverebbe per sempre della tua presenza. Scuoti la testa per sistemare i capelli e mi fissi coi tuoi occhi da leonessa. Il cuore sobbalza e il fiato mi manca nella gola. Esposto al tuo sguardo spero e temo insieme una tua parola. Puoi esaltarmi e distruggermi con un cenno. L’attesa, in questa stasi, è spasmodica. Il tuo sorriso tradisce il tuo consapevole godimento. Comprendo che stai giocando con me come farebbe una splendida gatta con un piccolo topo. Ti concedi soltanto quanto basta ad accendermi, mai a soddisfarmi. Ricordo come tutto è cominciato. Fui io stesso a costruire il trono per te, come un altare ai cui piedi deporre i miei sacrifici. Dapprima esitasti, incerta ed incredula. Poi ti accomodasti incuriosita ed eccitata. Ora imperi convinta e trionfante, mia dea… Ad interrompere, infine, il corso dei miei pensieri riportandomi alla realtà è lo schiocco della tua frusta, mia Padrona.
Questo è il primo racconto scritto dall’Errante per A6 Fanzine .
Il tema di quel numero (il 12, scaricabile qui) era l’eros, come si comprende chiaramente dall’ammiccante coniglietta disegnata da Isa.
Il racconto segue le vicende di un uomo che riesce a tradurre in realtà i suoi sogni, per ritrovarsi poi (forse) all’interno di un incubo da cui sarà molto difficile uscire...
Mentre l'Errante lo scriveva aveva però in mente anche altri due diversi piani di lettura. Chissà se cercandoli non ne troverete altri a cui non aveva pensato?