MEDEA
Il principio femminile nel Neolitico era una divinità portatrice di vita e, come abbiamo avuto modo di vedere nelprecedente post (http://ilmulinodeltempo.blogspot.com/2011/08/la-dea-madre-i-volti-della-dea-i-parte.html), la religione egizia lo celebrò con il mito della meravigliosa Dea Iside, le cui sacerdotesse erano guardate con rispetto e timore e la loroparola era legge. La mitologia greca cambiò questavisione della “magia” al femminile dando ad essa un’accezione per lo più negativa.Le donne dotate di poteri magici nonfurono più definite Dee, esse divennero infatti prima maghe, poi streghe.La figura emblematica di questavisione “terribile” del potere del femminile, è Medea, la maga che per amore dell'argonauta Giasone tradì il padre, uccise il fratello e si macchiò di altri atrocidelitti.Il sorte di Medea si intrecciòcon quella di Giasone a causa del desiderio dell’eroe di entrare in possessodel famoso Vello d’oro.L’impresa era talmente importante che Era ed Afroditesi allearono tra loro per favorirne la riuscita e, ritenendo che i poteri dellabella maga fossero utili a Giasone, indussero Eros a farla innamoraredell’eroe.Medea era figlia di Eete, redella Colchide e padrone del Vello d’oro;quest’ultimo era protetto da un enormeserpente, simbolo, insieme al drago, della custodia dei segreti. Giasone si presentò a corte echiese il prezioso manto al re, il quale acconsentì a condizione che siprestasse ad una prova di coraggio, consistente nell’ aggiogare due enormi toridalle zampe di bronzo per costringerli ad arare un campo, in seguito dovevanoessere seminati dei denti di drago dai quali sarebbero nati dei guerrieriarmati e pronti all’azione. L’impresa era disperata e icompagni di Giasone tentarono invano di dissuaderlo. Medea, che si era subitoperdutamente innamorata dell’Argonauta, dopo essersi a lungo dibattuta tra lafedeltà a suo padre e il sentimentoamoroso, donò all’amato un unguento in grado di renderlo invulnerabile. L’impresariuscì e il re della Colchide dovette concedere a Giasone il permesso diprendere il Vello, con la speranza che il serpente fosse riuscito ad ucciderlo;anche in questo frangente il greco riuscì a cavarsela grazie all’aiuto di Medeache addormentò la bestia con un canto magico. Questa azione decise il destinodi Medea e rappresentò il punto di non ritorno, infatti decise di seguireGiasone in Grecia e tutte le azioni, incluse quelle più tremende, furonodeterminate da questa passione. Medea fuggì insieme a Giasonesulla nave Argo, fece a pezzi il fratello e ne buttò i resti in mare perrallentare l’inseguimento del padre che li raccolse per dare degna sepoltura alfiglio. La maga fu determinante anche inaltre occasioni:- uccise Talos, il gigante di bronzo che cercava diimpedire l’approdo a Creta scagliando grosse pietre sulla nave, facendogliesplodere l’arteria del malleolo; - aiutò il suo sposo a riappropriarsi del trono usurpatodallo zio Pelia durante la sua assenza, inducendo con l’inganno le figlie afarlo a pezzi e a gettarlo in un calderone di acqua bollente con la promessa diringiovanirlo. I due amanti si stabilirono aCorinto dove ebbero due figli, ma mentre Medea si struggeva d’amore, Giasone siinnamorò della figlia del re di Corinto e la sposò.Giasone, per avere piena libertà,la fece condannare all’esilio insieme ai suoi figli. Sentendosi tradita, lamaga, ripensando alle atrocità commesse in nome di quell’amore non corrisposto,si lasciò sfuggire delle parole che lasciavano presagire la sua terribilevendetta. Fingendo sottomissione donò una veste stregata alla nuova moglie diGiasone, che, una volta indossata, avvolse il corpo della donna nelle fiamme.Dopo questo ulteriore delitto Medea comprese che la sua unica via di salvezzaera la fuga, ma non poteva andarsene senza attuare la più terribile dellevendette, infatti uccise i suoi figli e fuggì a bordo di un carro trainato dadue draghi guardando con disprezzo l’uomo che aveva amato che osservavaimpietrito i cadaveri dei due bambini.La vicenda di Medea ha moltipunti di contatto con l’immagine delle streghe europee dei secoli successivi.Un’interpretazione simbolica fa di Medea l’archetipo del lato terribile delfemminile, la vendetta della Dea che prende il sopravvento sulla sua parteconsolatrice; la differenza con la Dea Iside è enorme, quest’ultima, infatti,utilizza la sua energia negativa per preservare il mistero che la anima, mentreMedea è più umana nelle sue rappresentazioni del maligno, in quanto determinateda un amore travolgente e passionale poco divino e molto terreno.
Fabrizio e Giovanna
Riferimenti bibliografici:
Euripide, Medea
Fernando Jiménez del Oso, Streghe
Magazine Cultura
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