Decrescita: è una corrente di pensiero politico, economico e sociale favorevole alla riduzione controllata, selettiva e volontaria della produzione economica e dei consumi, con l’obiettivo di stabilire relazioni di equilibrio ecologico fra l’uomo e la natura, nonché di equità fra gli esseri umani stessi.
Ho sempre pensato che ci fosse un tempo per tutto, uno per nascere, uno per crescere, uno per essere felice, uno per maturare, uno per fare silenzio. Un tempo che è strettamente legato al nostro orologio biologico, al nostro esistere sulla terra. E che questo tempo avesse tre derivazioni fondamentali: uno personale, uno dell’umanità e uno della terra.
Far coincidere questi tempi è estremamente difficile, perché si sono sovrapposti e se alcuni sono cresciuti prima, altri sono già morti e altri ancora sono nelle prime fasi dello sviluppo. Occorre quindi prendere un tempo di riferimento, ed è, secondo me, quello della Terra.
E’ di due giorni fa la notizia che dagli studi delle tre università Berkeley, Princeton e Stanford, “il tasso di estinzione dei vertebrati abbia raggiunto una “velocità” 114 volte superiore alla norma” e il noto scienziato Stephen Hawking da anni va dicendo che: “A meno che non riusciremo a colonizzare un altro pianeta che abbia le stesse caratteristiche della Terra, l’umanità è destinata a scomparire fra non più di 1000 anni”
L’estinzione del genere umano è strettamente correlata all’uso improprio che lo stesso fa delle materie prime, degli sprechi, dell’inquinamento, inquinamento che si estende in ogni campo, fino ad arrivare anche alla mente.
La decrescita vuole essere un modo per riprendere a rispettare ciò che non è nostro, ma che abbiamo solo in prestito, rendendolo rigenerato e pronto a nuova vita; vuol essere una filosofia di lentezza, di risparmio, di frugalità, per meglio comprendere la bellezza.
Lo stesso Papa Francesco nella sua Enciclica, parla di decrescita come una delle poche speranze per riprendersi in mano il futuro da parte dell’umanità.
Da tempo credo che vivere lentamente sia un buon modo per apprezzare la vita; camminare, usare la bicicletta, leggere, rispettare i propri tempi, non spingere, non gridare, non abbuffarsi. Non sono fanatica di yoga e meditazione, non pratico filosofie orientali; solo mi rispetto e ascolto i miei tempi.
E i miei tempi attuali sono tempi di lentezza, di silenzio, di solitudine, di serenità piena. Di appagamento.
Non dico un arrivo, ma un lago da dove ripartire ogni volta e poi riparare in caso di tempeste.
Uno degli emblemi che mi rappresentano in questo periodo, oltre ai libri, sempre presenti, sono i chiostri delle chiese. Luoghi di pace, di meditazione, di lentezza ma non di stasi e immobilismo, luoghi di crescita.
Quando mi ritrovo in un chiostro, sento che potrei rimanervi per ore, senza nulla, solo con me e il creato ed è una sensazione di nuova essenza e pace.
E voi, avete un luogo dove vi sentite in pace?
Credete nella decrescita o considerate questa terra di vostra proprietà?
Chiara