La decrescita felice da Serge Latouche a Maurizio Pallante

Creato il 28 novembre 2012 da Kia
Maurizio Pallante, ideatore del movimento di decrescita felice si è sempre ispirato ai movimenti delle città della transizione.
Per lui è necessario rivedere l'indicatore della nostra economia per eccellenza: il Pil.
Il Pil infatti serve a quantificare le quantità di merci scambiate.
Quest'indice però, come tutti gli indici matematici, è sterile perché non fa alcuna differenza tra merci e beni.
Sembra infatti una banalità invece non lo è: le merci sono "oggetti o sevizi che si acquistano scambiandoli con denaro" mentre i beni sono "oggetti o sevizi che rispondono a un bisogno".
La chiave dell'idea rivoluzionaria di decrescita sta proprio nel fatto che "esistono beni che non sono merci e merci che non sono beni."
Da questa semplice distinzione parte l'intero movimento (http://decrescitafelice.it/)
Facciamo un esempio: un bene per l'economia può essere una casa coibentata male, essa infatti consumerà energia, sì ma in realtà quel che farà per davvero sarà sprecarla ma comunque questo farà crescere il pil.
Al contrario, un orto, che permetterà a chi lo coltiva di non acquistare più frutta e verdura al negozio farà abbassare il pil e quindi per l'economia sarà un male.
Certo, ma di che economia stiamo parlando? non certo di quella del buonsenso … in effetti però è esattamente così che stanno le cose.
E' chiaro ormai che, continua Pallante...
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