- Il bias dell’informazione
Il bias dell’informazione e’ diventato negli ultimi anni, secondo Bonner, una delle cause principali della formazione di credenze. Con bias dell’informazione ci si riferisce al fatto che se voi cercate delle informazioni su un determinato argomento per esempio i vaccini, il disastro delle torre gemelle, etc… troverete molti più siti web che parlano dei pericoli dei vaccini o dei complotti che ci sono dietro al disastro dell’11 settembre che siti neutrali o a favore dei vaccini. Bronner su questo argomento ha condotto vari studi mostrando come ricerche neutre del tipo “i vaccini fanno male?” oppure “chi ha distrutto le torri gemelle?” danno sempre risultati a favore dei gruppi complottisti, che sono i più attivi e motivati nel diffondere la loro versione. Anche Wiki in questo caso non aiuta molto perché su molti argomenti presenta le varie versioni anche se alcune non sono basate su alcuna prova scientifica. Alla fine Bronner smonta un po’ il mito di Internet come paradiso dell’informazione libera, mostrando che in verità e’ pieno di informazioni sbagliate che spesso sovrastano quelle corrette. - L’effetto Fort
L’effetto Fort, prende il nome da Charles Fort, di cui vi invito a leggere la simpatica biografia su wiki, e’ la maniera in cui viene chiamato in sociologia quel fenomeno per il quale si può costruire una storia vera mettendo insieme tante idee false. Il risultato finale sarà un “mille-foglie” argomentativo, dove ogni strato e’ fragile ma la struttura finale sarà cosi’ grande che lascerà sempre un’impressione di verità. Per farvi un esempio prendiamo l’ipotesi di un complotto dietro l’attentato alle torri gemelle. I complottisti tirano fuori vari argomenti come: i movimenti in borsa prima dell’undici settembre; il fatto che la temperatura di fusione dell’acciaio e’ maggiore del calore sprigionato dall’incendio, i movimenti della famiglia Bin Laden, etc… Ognuna di queste argomentazione può facilmente essere smentita da un esperto del settore, ma l’insieme e’ difficile da battere e lascerà sempre con il dubbio che qualcosa sia vero. (per info l’acciaio anche se non fonde perde il 90% della sua resistenza alle temperature generate dell’incendio e questo spiega il crollo). - Il paradosso di Olson
Di cosa si tratta? Supponiamo che cinque individui abbiano lo stesso interesse. Unificando le forze potrebbero ottenere un vantaggio, per esempio economico. Tuttavia ognuno di loro sa bene, che per ottenere il vantaggio, e’ necessario investire un po’ di tempo o denaro. L’investimento sarà chiaramente minore al vantaggio che si potrà ottenere, ma tutti sanno che non e’ necessario che tutti si ingaggino in questo affare, e’ sufficiente che un certo numero lo faccia affinché tutti ne possano beneficiare. Il paradosso d’Olson si manifesta quando un gruppo di individui che avrebbero un interesse comune e tutto da guadagnare se agissero collettivamente, non lo fanno perché pensano che potranno averne i vantaggi lasciando che altri si investano al posto loro, in altre parole “lasciano fare agli altri”. Secondo Bonner questo e’ quello che succede nella comunità scientifica, gli scienziati sarebbe un gruppo di pressione piu’ forte dei vari gruppi antivaccini etc.. ma pochi si ingaggiano in questa battaglia, causa tempo etc.. e quindi un piccolo gruppo riesce a vincere su uno più grande.
Questi elencati sopra sono secondo Bronner le cause principali della formazione delle credenze, anche se il libro analizza molti altri aspetti. Adesso vediamo come si possono risolvere i problemi.
- Come risolvere il problema
Alla fine del libro Bronner consacra un capitolo a come poter evitare la formazione di queste credenze. La prima cosa che mette in luce e’ che, contrariamente a quanto ritengono molte persone, non c’è una correlazione tra il livello d’istruzione e le varie credenze. Basti pensare per esempio al caso dei vaccini i più grandi sostenitori della loro pericolosità sono laureati e spesso in materie scientifiche. Secondo Bronner il problema sta nella maniera in cui quello che viene insegnato e come. Lui solleva due mancanze importanti: 1) la scarsa conoscenza della statistica e del calcolo della probabilità che non viene insegnata quasi per niente o rimane molto astratta; 2) il metodo scientifico. Secondo Bronner questi aspetti sono fondamentali per combattere le credenze: una buona conoscenza della statistica permetterebbe ai cittadini di meglio comprendere molte notizie riportate dai giornali, di valutare e comparare meglio i rischi, capire cosa sono le fluttuazioni, la media; la correlazione tra gli eventi etc… L’insegnamento del metodo scientifico invece e’ importante in quanto nelle scuole si insegna molto il relativismo, le differenti opinioni su fatti storici o le differenti correnti filosofiche e letterarie, senza mettere l’accento sul fatto che quando si parla di scienza esiste un metodo per distinguere ciò che e’ vero da ciò che non lo e’, e non tutte le opinioni sono allo stesso modo difendibili.