Sono le 23,30 di lunedì sera, la pioggia inizia ad intensificare il suo battito sul cruscotto della macchina. Lo spirito civico è più forte e la direzione verso i seggi è segnata da tempo. Quando si arriva il clima è disteso, ormai i giochi sono compiuti. Chi ha vinto sorride, chi ha perso mugugna, chi ha perso ma ha fatto un buon risultato si compiace. Classiche dinamiche post elettorali di un comune del nord Italia.
Uno ad uno i seggi iniziano a chiudere ed emergono dalle classi di scuole elementari e medie facce stanche e provate: sono coloro che permettono alla democrazia di vivere, gli scrutatori. Presidente e scrutatori sono il mezzo primario di cui la Repubblica usufruisce per permettere al popolo di mettere in pratica il primo articolo della nostra Costituzione. Uomini, donne, ragazzi e ragazze che hanno passato un weekend ad organizzare, accogliere le persone ai seggi, vigilare sulle operazioni di voto e spogliar schede in nome di quello stato italiano che gli percepisce 120 euro.
Una questione di soldi? Alcuni dicono di si, altri dicono per servizio alla patria. Nel concreto si parla di 120 euro per un totale di quattro giornate lavorative, partendo dalla preparazione delle schede il sabato, passando per la lunga giornata di domenica che li ha visti prima attenti controllori del voto il giorno e precisi scrutatori per le europee fino alle quattro di mattina. “Avessi saputo che sarebbe stata così lunga non so se farei la stessa scelta” commenta uno di loro intercettato all’uscita dai seggi lunedì sera. Si, perchè dopo la tirata della domenica lo spoglio è ricominciato alle 14 del lunedì per le elezioni regionali che una volta concluse hanno lasciato il posto alle comunali. Le operazioni sono terminate alle 23 circa con la conclusione delle procedure intorno alle 24. Così, mentre il nuovo sindaco festeggiava nella sua sede, gli attenti paladini della democrazia si avvicinavano ai loro letti, forse non del tutto consapevoli dell’enorme significato che ha avuto il loro lavoro in quella due giorni.
Paladini della democrazia si, forse non tutti. Leggendo le cronache post elettorali mi sono imbattuto in un articolo su Liberainformazione dove veniva raccontata la storia di Rosalia, una ragazza che è diventata un’eroina popolare per aver denunciato una pratica illecita durante le votazioni. Ecco, se il suo gesto di coraggio è da sottolineare, come si fa a non pensare a quanti hanno visto e hanno taciuto? Se veramente sono loro la nostra fonte di protezione democratica, non credete che vadano premiati i più coraggiosi e che invece ai più “silenziosi” vada revocata la possibilità di scrutare in una scheda elettorale? In fondo si parla molto di voto di scambio e di elezioni truccate ma pochi si interrogano sui vari elementi più prettamente sociali che portano a questi episodi. Se si prendono persone del paese nei seggi è quasi certo che se è presente la criminalità organizzata, o anche solo un politico potente, possa esserci un elemento di pressione che può portare in casi estremi ad irregolarità. Non venitemi a dire che ci sono le forze dell’ordine ai seggi. Ci sono eccome ma pochi sono quelli che parlano, condizione necessaria per farle intervenire. Il problema è l’omertà che alcune volte si cela dietro le elezioni. La paura.
Per cui il falso mito de “prendon 120 euro, facciano il loro lavoro” è nulla a confronto della vera responsabilità che hanno questi uomini e queste donne. La difesa della democrazia parte anche dal poter permettergli di fare il loro lavoro senza intralci di alcun tipo, sempre. Per cui si è pensato di aggiungere i rappresentanti di lista direte voi, norma ottima per i grandi centri ma ahimè inutile in piccoli centri della nostra Italia dove ci si trova ad eleggere magari due candidati amici tra loro. Va potenziata la norma sul whistleblowing, qui maggiori dettagli sulla materia, così da poter permettere protezioni a chi magari vede o sente ma è impossibilitato a parlare per situazioni ambientali negative.
Concludo ritornando alla cittadina del nord, nel cui passato ha visto anche situazioni del genere che hanno riportato polemiche e riconteggi di voti e clamorosi ribaltoni. Credo che allora sia giusto ricordare l’impegno civico di questi funzionari dello stato a chiamata. Perchè la democrazia è un valore raro in questo mondo, se non lo difendiamo difendendo coloro che ne permettono la sua attuazione stiamo lentamente scivolando in un’apatia che ci porterà via uno dei pochi diritti che ci appartengono.
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