La depressione raccontata in un diario

Creato il 30 luglio 2011 da Quattroparole

Floreana Checchia è una bella donna di 46 anni,nata a Lucera e cresciuta a Novara,ove vive tuttora; moglie amorevole e madre di due splendide ragazze; impegnatissima,oltre alla famiglia,lavora come cuoca in una scuola primaria,è consigliere di quartiere,responsabile delle commissioni sport e tempo libero,politiche giovanili oltre che vicesegretaria di un sindacato. Vive in una bellissima casa ed ama la lettura,la musica,i viaggi. Un quadro di vita perfetto se non fosse per la depressione,malattia in cui lei non ha mai creduto, tre anni fa non l’avesse colpita in maniera drammatica.Nemmeno lei riesce a capirne la causa,troppo stress forse,ma sa solo che se sul lavoro fingeva di stare bene,appena arrivava a casa si chiudeva al buio e piangeva sommessamente.Tutto di nascosto perché non voleva farsi vedere dal marito e dalle figlie.Ma il marito se ne rende conto e,dopo estenuanti battaglie,la convince ad andare da una psichiatra che però la delude e forse contribuisce a farla stare peggio. Il marito non desiste e la convince ad andare da un altro specialista.Questa volta Floreana trova non solo un medico,ma anche un’amica che l’ascolta, la capisce,la consiglia. La malattia è forte si sta manifestando con pensieri brutti e a Floreana viene consigliato il ricovero in una clinica specializzata. Per cinque settimane,dall’ottobre 2010 al dicembre dello stesso anno,Floreana viene ricoverata; il cellulare diviene il suo mezzo per esprimere,attraverso sms le sue emozioni, i suoi sentimenti,il dolore di alcuni giorni,le speranze di altri. Questo accadeva soprattutto di notte,usando il cellulare come carta e penna. E’ da questi scritti che è nato “Diario di una malata depressa” edito per i tipi della Kimerik,un libro dal titolo già molto forte che narra di un’esperienza dolorosa,di un tunnel all’interno del quale Floreana per molto non ha visto la luce.

L’esperienza della clinica la rende più forte,passeggia in quello che lei chiama il “mio bosco incantato”,stringe amicizia con Stefania ed Ivan,ricoverati per grosse sofferenze anch’essi. Floreana sta male e “la mia anima sofferente -scrive- la bestia nera che divora la mia mente,che mi fa vedere il mondo distorto,smetteranno di tormentarmi e finalmente,dopo tanto soffrire,raggiungerò quella pace tanto agognata”;i pensieri brutti la pervadono,il ‘demone’  come lei chiama il male oscuro la tormenta,ma lei non cede alle sue lusinghe e lotta anche per chi,nella stessa clinica,non ce l’ha fatta e si lascia morire. Ma Floreana scrive: “Io ci sono e mi riprenderò la mia vita”,l’amore del suo angioletto (il marito) e dei suoi due diamanti(le figliole),oltre ad una profonda fede,la aiutano a venirne fuori.Alla vigilia di Natale ritorna a casa e lentamente tra lati e bassi,riprende la sua vita,il sentimento dell’amicizia è ora più forte,il desiderio di vedere realizzati i sogni delle figlie ed il sentimento nei confronti del marito sono ancora più forti di prima. Floreana è tornata combattiva e scrive “Combatterò con tutte le mie forze,anche se qualche volta mi verranno a mancare,ci saranno i miei amici e la mia famiglia accanto a sostenermi,ne uscirò più forte di prima”.

Il libro, centotre pagine che si leggono in un colpo solo,risulta essere sì un diario,ma anche e soprattutto un aiuto per chi ha conosciuto o conosce tuttora la depressione,malattia della quale ancora oggi si fa fatica a parlarne, per tutta una serie di stupidi luoghi comuni che la accompagnano. La forza di Floreana sta proprio nel fatto di riuscire a parlare della sua malattia e, scrivendone, di riuscire in qualche modo a controllarla,a combatterla ad armi pari.La scrittura la aiuta a mettere nero su bianco pensieri belli e pensieri brutti, dolori e speranze e leggendo il libro,la sofferenza dell’autrice,ma anche la sua speranza e la sua voglia di guarire,emergono e si stagliano in maniera chiara,nitida ed inequivocabile.

Un libro che non può che far pensare.

Floreana Checchia –“Diario di una malata depressa” Casa editrice Kimerik.

In libreria. Euro 13.00

articolo scritto da Manuela Peroni Assandri


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