LA DERIVA
La Bce opera all’interno di un mandato molto più limitato delle Banche Centrali. Ciò risulta in perfetta aderenza alle risultanze delle dichiarazioni di Draghi(fatte recentemente al Global Investment di Londra) circa le decisioni di far scendere in campo la Bce per intervenire facendo tutto quello che è necessario per salvare la moneta unica, qualora l’euro rischiasse l’estinzione. L’azione della Bce dovrebbe essere secondo Draghi, un messaggio forte inviato ai mercati per realizzare acquisti di titoli di Stato attraverso operazioni di “mercato aperto”, fatte non per finanziare i Paesi interessati (espressamente vietato dalla Bce) ma per fornire la liquidità necessaria a ripristinare un ordinato funzionamento dei mercati. Ma risulta evidente che interventi di questo genere avrebbero effetti limitati e potrebbero garantire soltanto una fase di transizione in attesa cioè del Fondo Salva Stati in grado di sostituirsi al meccanismo anti-spread.
Draghi nel recente summit ha rilanciato una interpretazione della Bce già interrotta dal precedente governatore Trichet; un programma di acquisti attraverso titoli di stato dei Paesi più indebitati (Smp) avviando interventi di liquidità diretta a riportare ordine nei mercati. Lo farà mediante acquisti di Titoli dello Stato per abbassare in modo risolutivo l’impennata dello spread in paesi come L’Italia e la Spagna, anche se dovranno accettare condizioni aggiuntive di programmi di assistenza di rinegoziazione con il fondo salva Stati onde ottenere l’assenso della Germania e degli altri paesi del Nord.
Sulle pesanti condizioni imposte dalla Germania (capofila di un ordine subordinato agli Usa) punitive e marcatamente restrittive; inutile farsi illusioni. In una prospettiva di scenario di relativa stabilizzazione dei mercati finanziari ben più grave risultano gli effetti economici inflitti sulla nostra economia.
Sul sistema industriale italiano rimasto in piedi si abbatterebbero ulteriori costi derivanti dai processi di severi aggiustamenti applicati dall’Unione che fino a qui ha provocato recessione e depressione oltre al peggioramento dell’indebitamento per tutti i paesi sottoposti alla cura.
GIANNI DUCHINI agosto 2012