a cura di Iannozzi Giuseppe
Roberto Lassini però non molla l’osso: “Le dimissioni ci sono, il sindaco ha voluto precisarlo ma io l’avevo già detto nei giorni scorsi: ho sottoscritto una lettera che ho inviato al coordinatore regionale Mantovani. Non è colpa mia se l’atto di rinuncia che ho presentato non comporta la mia estromissione dalla lista del Pdl. Non ho niente da aggiungere rispetto a quanto ho già affermato, non intendo commentare le dichiarazioni del sindaco Letizia Moratti che rispetto. Se questa è una situazione anomala non è colpa mia”.
Daniela Santanchè tiene bordone a Lassini: “Il caso è chiuso, nel senso che saranno i cittadini milanesi a decidere. Siamo in democrazia, non possiamo censurare la libertà di voto. C’è il sistema delle preferenze e sarà il popolo sovrano a decidere su Lassini. Lui è in lista e non si può togliere, questo è stato già sancito. Ora tocca ai milanesi, ma bisogna ricordare che in passato Lassini è stato 42 giorni in carcere e poi ci sono voluti cinque anni per l’assoluzione: ha già pagato abbastanza. Se si continua a dire che ci vuole una giustizia giusta, bisogna stare con Lassini. Con i manifesti ha sbagliato, lo abbiamo condannato, ha chiesto scusa: direi che ha già pagato abbastanza, ora tocca ai milanesi e al loro voto… non c’è nessun muro contro muro con la Moratti, dobbiamo essere tutti insieme per vincere”.