E poi c’era questa Maristella che, diciamocelo chiaramente: era un puttanone. Però era un puttanone illuminato, come dire, non era una che poneva barriere all’entrata, era a favore della competitività, della concorrenza, e decisamente orientata sull’abbattimento dei costi. E non solo quelli. Era una proto-oligopolista dell’utero. Maristella era un caso isolato, per certi versi ghettizzato. L’enorme fardello della nostra generazione: nemo puttana in patria, come recitava un tizio della Disney. Poi che è successo? E’ successo che è arrivata Mtv e c’ha detto che se la davi era sicuramente per ragioni di identità, per ritrovare la te stessa smarrita nei libri di Hermann Hesse. Non dovevi più aspettare dietro l’angolo il Daniele Bossari di turno, la potevi e la dovevi dà. Si scatenò il putiferio. Maristella non era più il nemo puttana in patria, era semplicemente puttana in patria. Una qualsiasi Barbara Cola in calore. Maristella si iscrisse al sindacato, diventò vegana (quindi smise di ingoiare*), comprò un busto di Claudia Koll e si sposò F. Storace. Rivoluzione (credo sia irrilevante ai fini del post sottolineare che smise di darla e non diventò mai sottosegretario).
Il suo primo ragazzo (nella foto) che l’amava da quando era nemo, ci rimase di una merda.
“Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti” è di Pupi Avati.