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La dieta a zona

Creato il 01 maggio 2011 da Dietedimagranti

Nonostante il nome non ha nulla che fare con il calcio, in realtà la dieta a zona viene praticata da tanti sportivi perché da energie e può fare perdere quattro chili in un mese.

Ad avvalorare questa teoria sulla dieta a zona sono i  24 sportivi che hanno vinto la medaglia d’oro nelle ultime quattro Olimpiade che seguono la  dieta a zona.

A differenza della maggior parte dei regimi dietetici, la dieta zona non si basa però sul conteggio delle calorie, ma sull’effetto esercitato dal cibo su alcuni ormoni e sulle conseguenze che ciò comporta sull’organismo.

La dieta a zona è stata ideata dal biochimico statunitense Barry Sears, si fonda sul principio che esiste un legame tra alimentazione ed ormoni.

In particolare, l’obiettivo di della dieta a zona è tenere “in zona” la produzione di insulina, l’ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue e, che quando è troppo alta, induce l’organismo a trasformare qualsiasi eccesso alimentare il grasso.

Il pasto si stimola anche l’ormone “antagonista” dell’insulina il glucagone, che consente di accedere alle scorte energetiche immagazzinate nel fegato(glicogeno) e nel tessuto adiposo (grassi), favorendo il dimagrimento.

Semplicemente controllando alcuni meccanismi ormonali che regola il metabolismo, cioè l’insieme delle reazioni chimiche che avvengono nell’organismo, è possibile perdere fino a qualche 4 kg in un mese, senza patire la fame.

Il principio del 40 30 30.

Per ottenere i suoi benefici, che segue la dieta zona dell’applicare una semplice proporzione: ogni pasto deve essere composto dal 40% di carboidrati, dal 30% di proteine del 30% di grassi.

Quindi i carboidrati non si eliminano.

Il tutto è bilanciato dalla presenza di proteine (legumi, carne, pesce, latticini, uova) e grassi.

Quanto mangiare?

Con questo regime alimentare non esiste il troppo o il poco; tutto dev’essere basato sulla moderazione e l’equilibrio deve interessare tutti gli aspetti della vita.

In effetti, per molti una dieta zona diventa un dovere proprio stile di vita da seguire nel tempo.

In questi casi, però, il consiglio quando di rivolgersi a un nutrizionista che possa trarla su misura, valutando dati come età, peso, altezza, intensità dell’attività fisica, preferenze, intolleranza valore di alcuni esami clinici.

Il programma deve comprendere anche l’integrazione degli acidi grassi omega 3, in grado di mantenere sotto controllo il livello di numerosi ormoni (in particolare riducono la formazione dell’insulina), migliorando così l’efficienza psicofisica e limitando il rischio di malattie cardiovascolari).

In un prossimo post andiamo a vedere un classico menu per la dieta a zona.


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