La dieta degli scrittori

Da Alessandratioli


Può lo stile di vita e perché no anche una particolare dieta alimentare aver influenzato le opere dei grandi artisti vittoriani?

 

10 Percy Shelley ed il suo ‘Pitagorismo’Prima del 1847, i vegetariani erano chiamati "pitagorici". L'idea romantica che gli esseri umani dovrebbero mostrare compassione per la natura e tutte le sue creature è stata la base di molte diete priva di carne. Un forte difensore delle classi inferiori, Percy Bysshe Shelley era un orgoglioso pitagorico. 

Lord Byron e le sue diete

Perennemente in lotta col suo peso altalenante, compromesso dal forte uso di cibi amidacei, mise a punto una personale dieta, che divenne un must all’epoca. Era convinto che l'aceto potesse migliorare la digestione e influenzare la perdita di peso, riuscendo a perdere, tra 1806 e il 1811, quasi 32 kg.

 

Lewis Carroll e le sue ‘meraviglie’ 
E’ ben noto che Lewis Carroll fosse un abituale fumatore di oppiacei, e molti sono convinti che "Alice nel paese delle meraviglie" sia la più evidente testimonianza di questa abitudine. In età vittoriana, molte persone usavano quotidianamente l'oppio, e Carroll tra questi, prese l’abitudine di integrare la sua dieta alimentare con spuntini di oppio, dato che mangiare il farmaco è spesso più pratico che fumarlo. 


Charles Dickens e, ‘una mela al giorno’ 
Dickens era un uomo che conosceva il cibo, e questa conoscenza si riversava in tutte le sue opere, in "Oliver Twist" si evince la sua ossessione per le mele al forno. Durante i viaggi per mare prese l’abitudine di mangiare una mela al forno, ogni giorno, per prevenire il mal di mare.


John Keats ‘un’acciuga al giorno’
Il poeta inglese nel 1820 debilitato dalla tubercolosi e dai costanti dolori allo stomaco, fu curato dal suo medico con una dieta esclusiva di acciughe, oltre a un piccolo pezzo di pane. L’inevitabile perdita di vitamine e minerali ha sicuramente contribuito al suo costante stato di debolezza e perdita di  energia.


Charlotte Bronte e la povertà del ‘porridge’
Le sorelle Bronte non vissero sicuramente nel lusso. Passarono momenti in cui patirono la fame fin quasi a morirne, o in cui poterono mangiare solo un po’ di   porridge e un pezzo di pane. Per Charlotte, la assenza del cibo è un tema ricorrente in tutti i suoi libri. Eroine che si lasciavano morir di fame, come un segno di forza, ritenendo che  il corpo non ha bisogno di carburante, fino a quando il cuore e la mente sono forti.


David Livingstone e la sua dieta per viaggiare
Il famoso esploratore  è conosciuto non solo per i suoi viaggi, ma anche per il suo avvincente ‘diario di campo’ che compilò durante il suo viaggio attraverso l'Africa. Abituato al buon cibo durante i soggiorni a casa, nei viaggi molto spesso si mangiava solo grano e acqua. Vinto dai morsi della fame Livingstone spesso non fu in grado di partecipare alle esplorazioni per la mancanza di forze causata dalla grande perdita di peso. 


 3  Walt Whitman a colazione…

La giornata di Walt Whitman non inizia fino a quando non ha mangiato il suo piatto preferito a base di carne e  ostriche: la carne come carburante per il corpo e le ostrice nutrimento per la mente.

Charles Darwin e la sua frittata

Darwin soffriva di acidità di stomaco, gotta e flatulenza. Nella sua vita prese "dieci gocce di acido muriatico due volte al giorno", e la sua dieta quotidiana era a base di una piccola porzione di pollo o una frittata di uova e formaggio. Il suo medico cercò di convincerlo a mangiare toast, e alimenti ricchi di amido come le patate. Ma Darwin riteneva che la dieta autoimpostasi fosse la migliore per la sua condizione.

1Robert Louis Stevenson , l’uomo che mangiava di tutto

Robert Louis Stevenson ha goduto in eccesso, nella sua vita,  di ogni cibo e bevanda. Dalla abitudine al fumo passò al costante consumo di caffè forte e di alcol, trovando grande difficoltà ad abbandonarne il vizio. Al contrario di Darwin, Stevenson ha praticato una dieta ad alto contenuto di colesterolo e carboidrati, e soffriva di attacchi ripetuti di meningite, pressione alta e tachicardia.


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