Esperti, medici, motivatori, life coach, dietisti e chi più ne ha più ne metta. Nessuno di loro. A influenzarci più profondamente quando dobbiamo scegliere una dieta non sono gli specialisti del campo, pur inteso in senso ampio, ma gli amici e le amiche. A prescindere da quale sia il regime alimentare in questione e da quanto possa o meno adattarsi alle nostre esigenze alimentari. In altre parole, se la dieta ha funzionato con qualcuno di particolarmente vicino, perfino se ci è prossimo solo sui social network, allora non potrà che funzionare anche per noi. A scoprire e in fondo confermare quello che già sapevamo, e cioè come il passaparola – l’effetto calamita – conti anche in questo genere di scelte, è uno studio dell’università statunitense di Buffalo intitolato Modeling the Spread of an Obesity Intervention through a Social Network e pubblicato sul Journal of Healthcare Engineering. C’è un’unica condizione: che quel tipo di percorso abbia avuto un successo netto, clamoroso, evidente. Insomma, la motivazione scatta solo quando il risultato appare agli altri, amici reali e digitali, incontestabile. Non basta. Secondo la ricerca americana lo stesso tipo di discorso vale anche per i programmi di allenamento, insomma per il tipo di attività fisiche che di solito si associa a un diverso regime alimentare: “La gente vuole vedere questa influenza positiva – ha spiegato Lora Cavuoto, ricercatrice in medicina del lavoro alla Scuola di ingegneria e scienze applicate dell’ateneo di Buffalo – capire come l’influenza a livello sociale si riflette sulla partecipazione delle persone a programmi di salute può portare a interventi di prevenzione più mirati”. Certo, perché non sempre questo tipo di parametro risulta corretto, per una scelta consapevole del percorso più adatto. Tutto il contrario: sembrerebbe l’origine della “moda delle diete”. L’indagine si è articolata simulando una serie di personaggi di fantasia che hanno diffuso sui social network, ovviamente a una rete di contatti reali, giudizi e commenti su determinati tipi di diete. Il risultato? Incredibile: gli “amici” virtuali dei profili fasulli di maggior successo dal punto di vista del programma di dieta hanno fatto segnare risultati migliori (fondamentalmente perdita di peso) rispetto a quelli che hanno maggiormente interagito con i personaggi meno chiari sui propri risultati, anche se questi disponevano di più contatti e dunque più popolarità e possibilità di influenzare il pubblico. “Le persone più vicine e i contatti sociale possono avere un grosso effetto perché li frequentiamo ogni giorno, abbiamo con loro una connessione strettissima – ha concluso Cavuoto – se hanno successo allora quella è la prova che il programma che hanno seguito funziona”.
Esperti, medici, motivatori, life coach, dietisti e chi più ne ha più ne metta. Nessuno di loro. A influenzarci più profondamente quando dobbiamo scegliere una dieta non sono gli specialisti del campo, pur inteso in senso ampio, ma gli amici e le amiche. A prescindere da quale sia il regime alimentare in questione e da quanto possa o meno adattarsi alle nostre esigenze alimentari. In altre parole, se la dieta ha funzionato con qualcuno di particolarmente vicino, perfino se ci è prossimo solo sui social network, allora non potrà che funzionare anche per noi. A scoprire e in fondo confermare quello che già sapevamo, e cioè come il passaparola – l’effetto calamita – conti anche in questo genere di scelte, è uno studio dell’università statunitense di Buffalo intitolato Modeling the Spread of an Obesity Intervention through a Social Network e pubblicato sul Journal of Healthcare Engineering. C’è un’unica condizione: che quel tipo di percorso abbia avuto un successo netto, clamoroso, evidente. Insomma, la motivazione scatta solo quando il risultato appare agli altri, amici reali e digitali, incontestabile. Non basta. Secondo la ricerca americana lo stesso tipo di discorso vale anche per i programmi di allenamento, insomma per il tipo di attività fisiche che di solito si associa a un diverso regime alimentare: “La gente vuole vedere questa influenza positiva – ha spiegato Lora Cavuoto, ricercatrice in medicina del lavoro alla Scuola di ingegneria e scienze applicate dell’ateneo di Buffalo – capire come l’influenza a livello sociale si riflette sulla partecipazione delle persone a programmi di salute può portare a interventi di prevenzione più mirati”. Certo, perché non sempre questo tipo di parametro risulta corretto, per una scelta consapevole del percorso più adatto. Tutto il contrario: sembrerebbe l’origine della “moda delle diete”. L’indagine si è articolata simulando una serie di personaggi di fantasia che hanno diffuso sui social network, ovviamente a una rete di contatti reali, giudizi e commenti su determinati tipi di diete. Il risultato? Incredibile: gli “amici” virtuali dei profili fasulli di maggior successo dal punto di vista del programma di dieta hanno fatto segnare risultati migliori (fondamentalmente perdita di peso) rispetto a quelli che hanno maggiormente interagito con i personaggi meno chiari sui propri risultati, anche se questi disponevano di più contatti e dunque più popolarità e possibilità di influenzare il pubblico. “Le persone più vicine e i contatti sociale possono avere un grosso effetto perché li frequentiamo ogni giorno, abbiamo con loro una connessione strettissima – ha concluso Cavuoto – se hanno successo allora quella è la prova che il programma che hanno seguito funziona”.
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