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La dieta iperproteica e il rischio renale

Creato il 07 febbraio 2014 da Pablo Belfiori

La dieta iperproteica e il rischio renaleNegli ultimi anni le diete iperproteiche, come quella del dott. Dukan, hanno guadagnato molta popolarità e sono tuttora tra le diete più frequentemente raccomandate come strategia ideale per la gestione del peso corporeo nelle persone obese e in sovrappeso.

Le diete iperproteiche, che in generale possiamo definire come HPD (hight protein diet), si sono imposte sul mercato delle diete dimagranti per la loro capacità di indurre un rapidissimo calo di peso. La riduzione, parziale o in certi casi totale, dell’apporto di carboidrati e l’eccessiva assunzione di proteine, causano una diminuzione del pH inducendo quindi una forma di acidosi (chetosi), che riduce la percezione dell’appetito e permette ai pazienti di non soffrire eccessivamente durante i periodi di più intenso dimagramento. Solitamente la chetosi si associa ad un aumento della sete e alla comparsa di alitosi che abitualmente viene contrastata con delle compresse di clorofilla o altre sostanze naturali che riducono questo fastidioso sintomo. Oltre a ciò le HPD vengono anche “vendute” come utili nel controllo del profilo lipidico (colesterolo e trigliceridi) e capaci di ridurre la deposizione del grasso corporeo.

Considerando l’elevata prevalenza nella popolazione italiana di patologie come l’obesità, il diabete di tipo II, la sindrome metabolica, per citarne solo alcune, credo che sia importante valutare e comprendere meglio gli effetti indotti da un eccessiva assunzione di proteine sulla salute. L’organo che si occupa di gestire ed eliminare i residui azotati che derivano dalla digestione delle proteine è il rene che, se sottoposto ad un carico di lavoro eccessivo, può subirne delle gravi conseguenze. Da numerose ricerche, la più recente delle quali è stata pubblicata nel Dicembre 2013, dalla rivista scientifica “Nutricìon Hospitalaria”, si è potuto evidenziare che le diete iperproteiche possono causare un aumento del filtrato glomerulare, anche se resta ancora da chiarire la relazione tra l’iperfiltrazione e il danno renale vero e proprio nei pazienti che seguono questo regime alimentare. Tuttavia, anche se la dimostrazione di una correlazione diretta tra le HPD e il danno renale nell’uomo resta ancora poco chiaro, le ricerche effettuate su roditori, gatti e maiali sottoposti ad un condotta alimentare iperproteica nel lungo termine hanno messo in evidenza la comparsa di una iperfiltrazione glomerulare con conseguenti danni morfologici e funzionali (specialmente evidenti a livello glomerulare) a carico dei reni. La riduzione del pH e la minor concentrazione di citrati urinari (elementi capaci di inibire l’aggregazione dei sali disciolti nelle urine) ha inoltre un impatto negativo sulla prevenzione della calcolosi urinaria ed espone queste persone al rischio di sviluppare una nefrolitiasi.

La presunta capacità che le diete iperproteiche avrebbero di indurre un miglioramento del profilo lipidico, ancora oggi, non è confermata. Alcune ricerche hanno evidenziato un leggero miglioramento in contrasto con altre ricerche che non hanno messo in luce alcun cambiamento nelle concentrazioni del colesterolo totale e dei trigliceridi.

Molte ricerche hanno dimostrato che qualunque dieta, se condotta con attenzione, può provocare una riduzione del peso corporeo ed è per questo che la scelta ideale dovrebbe essere ponderata non valutando la velocità con cui si dimagrisce ma piuttosto tenendo in considerazione l’impatto che la propria alimentazione ha sulla salute.

Le diete iperproteiche inducono certamente una significativa riduzione del peso corporeo, da mettere in correlazione con lo scarso apporto calorico più che con la composizione della dieta stessa, ma la successiva reintroduzione dei carboidrati è solitamente associata ad un recupero ponderale con conseguenze sia sul piano fisico che psicologico. Ovviamente questo fenomeno non può essere generalizzato ed è evidente che alcune persone sono tuttora molto soddisfatte dei risultati raggiunti.

I rischi connessi ad un regime dietetico iperproteico non sono quindi, a mio avviso, trascurabili e se state pensando di optare per questo tipo di dieta dovreste prima approfondire, con esami clinici mirati, la vostra funzionalità renale e l’eventuale con-presenza di altre patologie.

La dieta è in tutto simile ad una prescrizione medica e dovrebbe essere elaborata da chi è in grado di suggerire le giuste scelte valutando i rischi e i benefici che possono derivare dal proprio comportamento alimentare. Il saggio diceva:”noi siamo quello che mangiamo” e il nostro organismo è capace di far fronte ai nostri errori alimentari solo fino ad un certo punto oltre il quale gli squilibri si trasformano in patologia.

Sperando, come sempre, di avervi dato qualche utile informazione auguro a tutti una buona dieta.

Dott. Pablo Belfiori

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