La dieta non può più influenzare lo stato di salute degli anziani

Da Dietainforma @espriweb

Secondo un recente studio, la dieta non può più influenzare lo stato di salute degli anziani.  Per le persone di età superiore ai 75 anni, infatti, assumere alimenti ad alto contenuto di zuccheri e grassi non comporta grandi cambiamenti. Secondo i ricercatori della Penn State e del Geisinger Healthcare System, gli anziani che seguono diete molto restrittive per perdere peso o migliorare le loro condizioni di salute, non possono ottenere grandi benefici. Con il passare degli anni, le persone anziane tendono ad essere sempre più in sovrappeso o addirittura obese, ma recenti studi suggeriscono che questa condizione può anche produrre dei benefici in merito alla loro sopravvivenza. Sembra che i ben noti effetti negativi prodotti da una dieta alimentare ricca di zuccheri e di grassi non possano più interessare le persone di età avanzata. Il team di ricerca ha condotto uno studio su circa 20.000 persone della Pennsylvania ed ha seguito in modo particolare 449 anziani con un’età media di 76 anni e mezzo per 5 anni. I ricercatori hanno valutato la dieta alimentare dei partecipanti informandosi periodicamente sulla loro alimentazione e li hanno così suddivisi in tre diversi modelli alimentari: il primo, caratterizzato dal consumo prevalente di dolci, prodotti lattiero-caseari, prodotti da forno, latte, caffè, tè zuccherato e dal basso consumo di pollame; il secondo, caratterizzato dall’elevata assunzione di pasta, riso, frutta, pollame, noci, pesce e verdure e da un basso consumo di verdure fritte, salumi e bevande analcoliche; il terzo, basato su un alto consumo di pane, uova, grassi, verdure fritte, alcol e bevande analcoliche e su un basso consumo di prodotti lattiero-caseari e frutta. Attraverso le cartelle cliniche dei partecipanti, inoltre, hanno individuato coloro che hanno sviluppato malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione e sindrome metabolica durante la durata dello studio. I risultati ottenuti al termine dei cinque anni non hanno evidenziato l’esistenza di alcuna relazione tra i modelli alimentari seguiti e lo sviluppo delle suddette malattie.



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