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La difesa dei "privilegi" dei dipendenti del Senato che non raccoglie consensi

Creato il 17 settembre 2012 da Paopasc @questdecisione
La difesa dei Un esempio di quando la difesa dei propri diritti non raccoglie nessuna simpatia. Ispirano un senso di compartecipazione profonda le manifestazioni dei lavoratori di Alcoa e Carbosulcis o quelle dei  lavoratori di qualsiasi altra azienda che chiude e si trovano improvvisamente senza salario e senza futuro ma ne ispira  molto meno il Gran raduno dei dipendenti di Palazzo Madama per difendere (unici rimasti a godere di questo privilegio)  gli "scatti" automatici.Ogni volta che se ne parla è difficile non provare un senso di ripulsa però nel calderone non ci sono solo questi privilegiati e ipergarantiti impiegati del Senato ma anche la classe politica che ha consentito che avvenisse.Al solito, ormai specializzato, ne parla Rizzo sul Corriere. E che cosa vogliono difendere, nel dettaglio?
Sono i famosi scatti di progressione automatici biennali erogati automaticamente senza nessuna distinzione di merito che possono portare il livello di base dello stipendio, quello dei commessi, dai 38.059 ai 159.729 euro, di scatto in scatto. E, tanto per analizzare tutte le tipologie di addetti, passando, di volta in volta, da coadiutori a segretari e da stenografi a consiglieri, lo stipendio aumenta così:
Quello dei coadiutori da 46.678 a 192.446. Quello dei segretari da 56.766 a 255.549. Quello degli stenografi da 67.390 a 287.422. Ma il top della progressione spetta ai consiglieri parlamentari, la cui retribuzione può passare da 85.415 a 417.037 euro. [Gran raduno cit.]
Non peggio va a quegli addetti del Senato che sono andati in pensione: la spesa pensionistica dal 2008 al 2011 è cresciuta da 82.584.082 a 98.842.943 di euro mentre costo del personale e delle pensioni insieme, sempre nello stesso arco di tempo, è aumentato del 43%.Indifendibili privilegi, assurde prebende da casta delle caste: indifferenti alle tragedie dei loro connazionali, coccolati a suo tempo dai politici e ora dalle 14 sigle sindacali interne, sono purtroppo l'emblema e la prova provata che l'ingiustizia e l'iniquità, Monti o non Monti, sono ancora imperanti, alla faccia dei sacrifici che devono fare tutti.


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