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La differenza tra un capriccio e una passione è che il capriccio dura un po' più a lungo. (cit)

Creato il 12 giugno 2014 da Verdeacqua @verde_acqua
La differenza tra un capriccio e una passione è che il capriccio dura un po' più a lungo. (cit)
C'è una cosa da dire. Sì abbiamo la libertà dell'improvvisazione ma non è che a cinque anni non ci si accorga di avere un figlio. E aspetta che arrivi l'adolescenza mi viene da aggiungere.
Prendo spunto dal post di Mamma Piky, il suo vademecum per sopravvivere ai capricci mi ha fatta molto sorridere e ho pensato di fare una carrellata dei nostri. Magari qualcuno ha la soluzione magica e me la scriverà. Ve ne sarei grata davvero.
Sappiate anche che con gli anni ho imparato a considerarmi una brava madre anche se urlo. E credo di voler continuare a farlo se serve. In realtà è vero quello che si dice, non serve. Ma non c'è nulla di più naturale per me di un urlo ben assestato.
Capriccio per andare a letto o meglio per andare a lavarsi i denti.
Di solito sta svenendo dal sonno. Non stando fermo un secondo mi pare ovvio. Se gli chiedi: sei stanco? la risposta è sempre no. Ma del resto no è la sua risposta preferita da quando ha scoperto che esistono i terrible two. E poi i terrible three e i terrible four. E da un paio di mesi i terrible five.
Non ci facciamo mancare nulla per carità.
Tecnica adottata: si comincia con un adesso si va a nanna. Detto simpaticamente. Ancora un minuto! E tu cedi. Perchè non impari mai. Adesso basta, a lavarsi i denti. NOOOOOOOOOOO. A volte alternato con uffa. A volte quando la stanchezza è davvero tanta con un bel piantino forzatissimo.
E io passo alla minaccia. Avete presente quelle cose che vi eravate promesse quando incinta vi pensavate madri? Tipo io con lui parlerò sempre, pacatamente, mi spiegherò e lui capirà.  Le minacce mai, sono diseducative. Ecco.
Le minacce poi riguardano la storia della buonanotte. Guarda che non te la leggo. Oppure se mi è rimasta un pò di pazienza guarda che se vai a lavarti senza farmi arrabbiare te ne leggo tre.
Difficoltà per risolverlo: 7
Capriccio per farsi la doccia
Ultimamente mio figlio puzza particolarmente. Quando si toglie le scarpe si deve arieggiare l'intera casa e sotto le ascelle si deposita davvero di tutto. Per non parlare del colore delle ginocchia a fine giornata. Ma la percezione di sporco è sempre una cosa da grandi. Non so a che età si cominci a realizzare che pulito è meglio. Forse, spero, quando cominciano a piacerti le ragazze. E scopri che senza deodorante non ti si filano. Comunque è sempre stato un momento di capriccio il andiamo a lavarci. E non cambia vasca (che nella casa di mezzo non abbiamo più) o doccia. Credo sia l'interruzione di quello che si sta facendo o il non poter iniziare qualsiasi altra cosa, perchè anche annoiarsi è meglio che andare a lavarsi, a far scattare il tutto.
Tecnica adottata: come nel caso precedente non si discute. Alla faccia del principio educativo di dare sempre alternative. Adesso basta, a lavarsi, senza storie.
Seguono no io non ci vengo. Mai pianti devo dire. Al terzo no viene trascinato in bagno e lì comincia a spogliarsi alla velocità di un bradipo maschio ammalato.
Poi seguono i però i capelli non li lavo.
E invece sì.
Noooooooooooooooo. Ho detto no.
Poi finalmente entra in doccia lasciando scie maleodoranti dietro si lui.
Difficoltà per risolverlo: 6
Capriccio per uscire dalla doccia
Perchè ovviamente una volta dentro è una figata. Non uscirebbe più. Ancora un minuto. Aspetta. E il tempo passa. Il bagno diventa una nuvola di vapore. Io comincio a lasciarlo a sè stesso e devo dire che mi piace anche sentirlo canticchiare cose senza senso. Poi però insomma tutto deve avere una fine.
Tecnica adottata: semplicemente apro la doccia. Lui si arrabbia e mi bagna. Io resto muta. Ho già dato con il capriccio pre doccia. Lo insapono per bene, perchè lui il bagnoschiuma lo usa solo per fare le bolle. E poi di nuovo lo prendo di forza e fuori. Magari mette il muso. Se ci sono polpette per cena invece gli passa subito.
Difficoltà per risolverlo: 5
Capriccio per andare via. Da dovunque siamo.
Ecco questa è una novità dell'ultimo anno. Da dovunque siamo quando dico è ora di andare parte il nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo.
Ultimamente seguito da un pianto isterico. Con annessi lacrimoni. O da una serie di uffi uffi uffi a raffica.
No, sei brutta. Ancora un minutooooooooooo. Io non vengo.  Ovviamente siamo sempre a casa di qualcun'altro, in giro per la città, raramente da soli in aperta campagna. Quando siamo a casa della sua amica del cuore o sta giocando a tennis posso anche capire che gli girino, ma è ormai prassi anche se stiamo facendo qualcosa o siamo da qualche parte di cui non gli dovrebbe interessare molto. Vedi aperitivo tra adulti, parchetto ormai svuotato di bambini, casa della nonna. Anche se a pensarci non sono poi tanti i luoghi o le compagnie o le cose da fare non pensate per lui. Poveraccio sto bambino eh.
Tecnica adottata: comincio a mettere le mani avanti prima di arrivare nel fatidico luogo: vero che quando mamma dirà andiamo tu da bravo saluti e vieni via? Ovviamente la risposta sul momento è sì, va bene.
Poi comincio guarda che tra dieci minuti dobbiamo andare. E segue silenzio.
Pietro tra cinque minuti andiamo. Silenzio.
Ultimo minuto e si va. E qui parte l'incazzatura descritta sopra. Cerco di non alzare la voce, devo ammettere più perchè sono in mezzo alla gente e non perchè ci sia un concetto educativo dietro, e gli dico che era stato avvisato. Che dobbiamo andare. Di solito ottiene sempre un minuto in più, perchè sono una mollacciona. Così tutto ricomincia da Pietro ultimo minuto e poi si va.
Di solito finisce con lui offeso e arrabbiato che dopo aver pianto il giusto se ne va senza salutare. E io che provo a spiegargli, anche pacatamente, andando via che non può fare sempre così. Ogni santa volta.
Difficoltà per risolverlo: 8
L'elenco potrebbe andare avanti con  una serie di altri capricci meno drammatici, come quello per mangiare la minestra. In questo caso sono convinta che se il padre non facesse le sue facce poco lusinghiere sulla riuscita della mia brodaglia forse sarebbe più facile. E poi c'è il capriccio per quale maglietta mettersi. Perchè il ragazzo ha le idee molto chiare: niente stampe e niente scritte. Monocolore o a righe colorate. Punto. E poi c'è il capriccio perchè di punto in bianco decide che basta, lui non ha più voglia di camminare.
Ma mi fermo qui.
Abbiamo fatto il calendario delle regole. Tra cui: lavarsi i denti senza storie, non fare capricci ma parlare e spiegarsi, salutare chi arriva e va via, stare seduti a tavola, rispettare chi parla e ascoltare. C'è anche la regola per mamma e papà: non litigare (ahahahah).
Attacchiamo un adesivo ogni volta che viene rispettata una regola e abbiamo posto alcuni premi/obiettivi (per ora giostre e pistola ad acqua). Pare funzioni un pochino. Sarà la novità?!
Un giorno potrei far scrivere a lui grande una lista dei miei capricci. Ho solo paura che potrebbe risultare più lunga di quella di mio figlio.

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