7 ottobre 2010 giornata mondiale per il lavoro dignitoso
“Lavoro dignitoso significa maggiori prospettive per lo sviluppo personale e per l’integrazione sociale, libertà di manifestare le proprie opinioni, di organizzarsi e di partecipare alle decisioni riguardanti la propria vita, dare pari opportunità di trattamento a tutte le donne e agli uomini”.
Così dice l’Organizzazione internazionale del lavoro nel 1999. E’ convinzione che solo un lavoro dignitoso possa conferire all’occupazione quei contenuti che fanno di essa una risorsa per la stabilità individuale, familiare e sociale.
Ma siamo lontani da questo obiettivo:
- Metà della forza lavoro mondiale, guadagna meno di 2 dollari al giorno
- 12,3 milioni di uomini e donne lavorano in schiavitù
- 200 milioni di minori di 15 anni lavorano invece di andare a scuola
Le aziende utilizzano la minaccia dell’esternalizzazione per abbassare i salari e ostacolare l’esercizio di diritti come quello alla contrattazione collettiva e il diritto di sciopero.
Al congresso mondiale dei sindacati a Vancouver molti dei delegati hanno sottolineato le difficili condizioni dei lavoratori nei propri paesi ed hanno portato esperienze che confermano quando l’obiettivo del lavoro dignitoso sia ancora distante.
Coloro che si battono per questo, primi fra tutti gli attivisti sindacali, spesso sono emarginati, minacciati, licenziati e, in alcuni paesi incarcerati o addirittura assassinati.
Questo accade all’inizio del terso millennio! Eppure il lavoro dignitoso è la principale chiave per l’eliminazione della povertà.
Anche in Italia il tema è di stringente attualità, in alcune aree del paese cresce la povertà relativa e aumenta di pari passo col crescere della disoccupazione, la povertà assoluta.
(Fonte CGIL)