" Urge dunque, per l'avvenire della società e lo sviluppo di una sana democrazia, riscoprire l'esistenza di valori umani e morali essenziali e nativi, che scaturiscono dalla verità stessa dell'essere umano, ed esprimono e tutelano la dignità della persona: valori, pertanto, che nessun individuo, nessuna maggioranza e nessuno Stato potranno mai creare, modificare o distruggere, ma dovranno solo riconoscere, rispettare e promuovere "
Queste parole, presenti nell’Enciclica Evangelium vitae di Papa Giovanni Paolo II, rimangono di grande attualità, costituendo per certi versi una fertile base sull’elemento Dignità. Le atrocità, le sofferenze, i vuoti esistenziali creati dal maligno, come effettivamente è accaduto in via del tutto paradossale in realtà disastrate come la Siria o l’Egitto, vanno a comporre un quadro, soprattutto una via maestra, che potrebbe e dovrebbe servire da lezione per la dignità umana.
La Dignità è una situazione, una condizione, un atto di coscienza, un evento di salvezza interiore e sociale. È per questo che l'uomo, l'uomo vivente che è Spirito e Materia, costituisce la prima e fondamentale via di questo immenso atto di coscienza.
Vi è poi un momento culminante in cui la comunicazione delle coscienze si fa eterna comunione con il Bene, con quella intensa condizione di tranquillità, di fresca serenità.
Una deviazione, nella quale si incorre spesso, sta nel fatto che si ritiene di poter regolare i rapporti di convivenza tra gli esseri umani e le rispettive comunità politiche con le stesse leggi che sono proprie delle forze e degli elementi irrazionali di cui risulta l’universo stesso pieno come un magazzino; quando invece le leggi con cui vanno regolati i rapporti sono di natura differente, e vanno cercate dentro di noi, cioè nella natura umana.
La Dignità in quanto tale, non è un bene che si vende o che si acquista, ma è quell’universale condizione in cui l’Uomo deve essere considerato tale, legittimato, Essere Umano. Nessun Potere e nessuna Autorità può distruggere questa condizione naturale, attraverso violenza e sopraffazione.
Dire che la Dignità è, al tempo stesso, una situazione, una condizione, un atto di coscienza, un evento di salvezza interiore e sociale, significa attivare una Rivoluzione. Una Rivoluzione del Bene.
Soltanto una Rivoluzione delle Coscienze può salvare la Società. Senza Coscienza non c’è alcuna Storia, non c’è Linguaggio, non c’è sfera d’interiorità, non c’è Pace.
Quando si perde la concezione dell’identità dell’essere umano, non vi è più un criterio per valutare il bene e il male, e si crea un enorme vuoto.