La dinamica dell'ascolto educativo

Creato il 26 novembre 2013 da Girolamo Monaco


La dinamica dell'ascolto eductivo si fonda su tre azioni particolari e esclusive dell'educatore: l'atto del raccogliere, l'atto del ripetere e l'atto dell'amplificare.



Si tratta di tre azioni di un'unica struttura relazionale che contiene il percorso dimamico generato dall'incontro e orientato alla scelta di se stessi e della propia consapevole autonomia.






Raccogliere e valorizzare, non scartare e rifiutare: raccogliere tutto, anche quello che sembra inutile, anche quello che viene detto sottovoce, anche quello che viene subito dopo negato. E valorizzarlo, renderlo importante, interessante, unico, vitale, considerare ogni parola come espressiva di esperienza, vissuti e valori, e per il tramite di questa parola ognuno diventa degno di essere ascoltato e ammirato, elogiato. Nessuno scarto di parola, nessun rifiuto di persona.



Il percorso della raccolta, che contiene l'ascolto e il conservare, il contenere e il valorizzare, segna l'importanza dei fatti narrati e l'unicità dei vissuti personali, spezza l'angoscia della solitudine e sottolinea il valore dell'attenzione all'individuo, ai suoi prodotti, alle sue parole. Nel fare questo l'educatore nota i particolari, evidenzia quello che è nascosto, e si superano timidezze e vergogne, si accelera il protagonismo, si manifesta il piacere di declinare i verbi alla prima persona.




Ripetere
e ricordare, non dimenticare e annullare. Ripetere, cioè confermare, cioè replicare le parole che diventano importanti, essenziali, e così ricordarle, come parte costruttiva della nostra vita, dei nostri valori, dei sentimenti con i quali siamo cresciuti.
Le parole trasportano i dolori e i passagi chiave della vita, ricordano le gioie e le speranze che ci mantengono in vita.



Il percorso del ripetere, che contiene la memoria e la lotta contro l'oblio colpevole di togliere dignità, include la responsabilità e il perdono, la fatica e l'espiazione, facilità i processi del ritorno al passato, conferma gli attuali successi, rielabora i passi falsi, supera le cadute e le crisi, socializza in modo chiaro tutto quello che oggi siamo, e ci inserisce in modo consapevole dentro un percorso di un gruppo che, finalmente, nel tempo e nel luogo dei laboratori autobiografici, diventa accogliente e solidale.




Amplificare
e sviluppare, non disprezzare e rovinare. Ogni parola richima altre parole, amplifica i suoi contenuti, esprime e chiarifica, potenzia i suoi significati e con questo accresce la consapevolezza della persona, genera idee nuove e con queste le speranze, le ipotesi di alternative possibili. 



Il percoso dell'amplificare, che recupera la necessità dell'andare avanti, accoglie la storia aperta al futuro, il domani dei cambiamenti, il potenziale della crescita e la gioia della generatività biologia e produttiva, accelera i processi evolutivi, le competenze progettuali, il dominio di se e degli eventi personali.



Prima si parla delle cose, in modo libero e spontaneo, quasi inconsapevole, poi si raccontano i fatti accaduti a ciascuno, e dopo ancora si scopre il significato delle cose, l'ordine, il motivo, la causa e l'effetto, il senso vivente della storia. La verità (parola strana e assia difficile) risiede nel significato attribuito alle cose, quando i fatti diventano narrazione e storia personale.



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