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LA DISCENDENTE DI TIEPOLE di Alessandra Paoloni
Creato il 21 giugno 2013 da Linda Bertasi @lindabertasiQUARTA: Un paese fantasma dimenticato dalle carte geografiche, circondato da montagne, abitato da una popolazione inospitale. E’ il ritratto di Tiepole, paese d’origine di Emma, ed è lì che la ragazza è costretta a tornare in occasione del funerale di suo nonno. Il suo soggiorno, però, si trasforma in incubo quando Emma legge la lettera che sua nonna aveva scritto per lei prima di morire e che il nonno non le aveva mai consegnato. Essa le svelerà un mondo di tenebra colmo di stregoneria e maledizioni, di faide tra famiglie e di lotte per il potere. Emma non sa ancora nulla, ma tutti i Tiepolesi sanno chi è lei, poiché la stavano aspettando. Lei è l’erede della Strega. Lei è la Discendente. Lei deve morire.
Un’eroina indimenticabile in un romanzo in cui il bene e il male si confondono e niente, assolutamente niente, è davvero quello che sembra.
Il libro si apre con una ragazza, Emma Onofri, che spalanca la finestra della 'sua' stanza e spazia con lo sguardo sul paese di Tiepole e sulle montagne che ne occupano i quattro angoli.
L'ambiente è senza dubbio il primo elemento a incatenare il lettore, le atmosfere cupe e misteriose avvolgono e percorrono le vie del paese, descritto perfettmente in ogni suo anfratto. Il lettore si sentirà irrimediabilmente accanto a Emma nel percorre le viuzze, nel calpestare i sanpietrini udendo i propri passi risuonare in un'eco perpetua e inquietante. Un'alternarsi di silenzio e rumori la fanno da padrone e spiazzano sin dalla prima pagina.
'I tiepolesi hanno trascorso la loro vita mentendo a loro stessi, rifiutando ciò che sono in realtà. Cioè un popolo di dannati.'
Emma è a Tiepole con i genitori per occuparsi della dimora del nonno, venuto improvvisamente a mancare. Non immagina la girandola di emozioni e misteri che popolano il paese e che, inevitabilmente, la investirà. Non immagina i segreti annidiati nel suo passato, sepolti tra le mura del paese e della dimora del nonno. Non immagina l'eredità che le ha lasciato la nonna Marta e la nomea che il paese le aveva affibbiato quando era in vita, una nomea che ancora risuona per le vie di Tiepole, una nome racchiusa in un unico sostantivo: 'STREGA'.
'Sembrava che tutti lì a Tiepole volessero nevessariamente trovare una somiglianza tra me e la nonna, un nesso segreto. Possibile che nessuno capiva che al contrario io avevo una mia identità, una mia personalità, sviluppata lontana da tutto quel putiferio? Io ero Emma Onofri, doevano smetterla di identificarmi solo e unicamente come la nipote della strega o peggio ancora come la discendente.'
Un altro degli aspetti che più ho apprezzato del libro è il rapporto tra Emma e i genitori. Due lati di una stessa medaglia, diametralmente opposti e ugualmente intriganti.
I dialoghi e i confronti che la ragazza ha con la madre evidenziano un rapporto quasi del tutto assente, persino nei momenti di maggiore destabilizzazione la donna è apatica o troppo agitata, quasi un rapporto sospeso tra le due, in stand-by, alimentato da incomprensioni e recriminazioni.
Di tutt'altra natura è il rapporto con il padre, un punto fermo per la ragazza. Il rapporto tra loro è unico, custodito gelosamente, l'uomo rappresenta una figura estremamente positiva per la ragazza.
'Era davvero il padre più in gamba e coraggioso del mondo; sopportava tutte quelle stranezze per amore della sua famiglia, e avrebbe combattuto eserciti di spiriti e mostri per proteggere me o mia madre.'
La bellezza di questo romanzo è tutta nella sua semplicità. Un registro di dialoghi ed espressioni che arriva dritto al cuore del lettore. Nonostante vengano narrati fatti surreali, magici, nonostante il mistero ci accompagni per tutta la durata del libro, l'autrice ha il dono di inserirli in un contesto plausibile e mai scontato, arricchendolo con particolari a prima vista insignificanti ma che donano corposità al testo e lo rendono credibile.
Una mosca che vola nella stanza, uno stereo che risuona tra le stanze di una casa. Elementi, questi, che ci fanno avvicinare al mondo di Emma e si fanno provare le sue stesse emozioni perchè, dopotutto, Emma è una ragazza semplice come potremmo esserlo noi, con un rapporto difficile con la madre, con la voglia i divertirsi assieme ai suoi amici, una ragazza che ama ascoltare musica e ballare.
Altro elemento dominante dell'intero romanzo è la MALEDIZIONE che grava su Tiepole e sui suoi abitanti, caodiuvata da elementi magici: medaglioni, diari nascosti, trasformazioni e apparizioni sconvolgenti. Tutti questi ingredienti incatenano il lettore, ogni pagina è una scoperta, una sorpresa, lo stimolano a proseguire e a scoprire sempre più tasselli dell'intricato puzzle.
Il punto di forza di questo romanzo sono proprio le incognite, i misteri, gli eventi soprannaturali, si passa dal nero al giallo e, non da ultima, una pennellata di 'rosa' che risveglia in Emma il desiderio, il suo essere 'donna' dominata da istinti prettamente umani.
'Noi coperti dalla chioma dell'albero sotto il quale ci eravamo rifugiati, ascoltavamo quel rumore ipnotico senza fiatare. Sentivo la terra entrarmi nei pantaloni, e l'erba del cespuglio mi solleticava uno zigomo; ma sarei rimasta sotto quel' labero, stretta tra le braccia di quel mostro, per tutta la vita.'
Ho amato tutto di questo romanzo che non ha nulla da invidiare ai grandi nomi del panorama letterario italiano, tutt'altro. Ci lascia con molti punti in sospeso e ci fa agognare che l'autrice sforni al più presto un seguito altrettanto esauriente e appassionante.
"Ricorda sempre che la trasformazione è insita in ognuno di noi e sforzati sempre in questo mondo di fare la differenza."
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