In questo video l’Università di Ferrara ci spiega che la disgrafia è un disturbo specifico della scrittura nella riproduzione dei segni alfabetici e numerici. Emerge nel bambino quando la scrittura comincia la sua fase di personalizzazione, indicativamente in terza classe della scuola primaria.
In genere il problema della scrittura disorganizzata viene sollevato dagli insegnanti di scuola primaria che lamentano la difficoltà di seguire il bambino nel suo disordine. Nelle due classi precedenti lo sforzo e il disordine sono in genere determinati dalla fatica dell’apprendimento, mentre in terza classe della scuola primaria il gesto diventa abbastanza automatizzato da lasciar spazio alla spontaneità e, di conseguenza, all’ evidenziazione della difficoltà.
La mano dei bambini disgrafici scorre con fatica sul piano di scrittura e l’impugnatura della penna è spesso scorretta. La capacità di utilizzare lo spazio a disposizione per scrivere è, solitamente, molto ridotta: il bambino non rispetta i margini del foglio, lascia spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole, non segue la linea di scrittura e procede in “salita” o in “discesa” rispetto al rigo. La pressione della mano sul foglio non è adeguatamente regolata; talvolta è eccessivamente forte e il segno lascia un’impronta marcata anche nelle pagine seguenti del quaderno, talvolta è debole e la grafia è svolazzante.
In sintesi, la disgrafia è un’anomalia del movimento corsivo e della condotta del tratto che si traduce in difficoltà di coordinamento, irregolarità delle spaziature, malformazioni e discordanze di ogni tipo associate a un tratto di pessima qualità (fonte: Wikipedia).
Il team ” L’Antro di Chirone sezione Pedagogia”