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La dismaieutica di Ivan Scalfarotto

Creato il 22 settembre 2013 da Malvino

L'argomentazione fallace si avvale talvolta di un metodo che potremmo definire dismaieutica. Se la maieutica, infatti, è la tecnica che aiuta l'argomento a venire alla luce assistendo chi deve partorirlo in modo che il travaglio sia agevole e il nascituro non abbia a subire danni, la dismaieutica narcotizza chi ne è gravido, glielo ammazza in pancia e al risveglio gli mette in braccio un bambolotto di plastica.

Prendiamo, per esempio, Ivan Scalfarotto: "Ieri - scrive - la Camera ha approvato l'estensione integrale della legge Mancino all'omofobia e alla transfobia. Come previsto, una cosa così nuova per il nostro paese non poteva che suscitare molte domande, polemiche e dubbi. Ho pensato che la cosa migliore fosse fare una lista di domande e risposte, in modo da chiarire a tutti cosa si è approvato ieri sera" ( ivanscalfarotto.it, 20.9.2013).

Sembra un fare socratico, ma il dialoghetto che offre ai suoi lettori è dismaieutico. Narcosi: "Per la prima volta un ramo del Parlamento approva una norma ad hoc che riconosce in Italia l'esistenza, la dignità e il diritto di vivere pacificamente di una comunità di persone (le persone LGBT) che fino a oggi non sono state riconosciute in quanto tali, al contrario di altre minoranze. [...] Hanno ottenuto l'integrale applicazione della legge Mancino e il riconoscimento che l'omofobia e la transfobia sono fenomeni da reprimere allo stesso modo del razzismo, della xenofobia e dell'antisemitismo".

Sembra un'epidurale, ma è evidente che l'intento vada più in là dell'analgesia: "La legge Mancino è stata estesa nella sua interezza", scrive, ma poi: "Il titolo della legge risulta modificato: la legge Mancino ora si chiama "Misure urgenti in materia di discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati sull'omofobia o sulla transfobia"". E che bisogno c'era di modificarlo? In coda non ci poteva limitare ad aggiungere "sessuali"?

Non lo spiega, e ve n'è ragione, basta andare al punto in cui afferma che il sub-emendamento Gitti "in realtà è molto meno preoccupante di come sia stato descritto". Il sub-emendamento recita che "non costituiscono atti di discriminazione le condotte delle organizzazioni di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto", e Scalfarotto tiene a precisare: "[Ma] a queste condizioni: se sono conformi al diritto vigente - e grazie al cazzo - se si riferiscono all'attuazione di principi e di valori di rilevanza costituzionale - ringraziamolo di nuovo - e se sono assunte all'interno (non all'esterno) dell'organizzazione".

Ora, sia chiaro, anche alla ostetrica onesta può capitare di tanto in tanto di storpiare un nascituro e di provocare devastanti lesioni vaginali, ma Scalfarotto dove vive? Qual è l'l' "interno", in Italia, delle organizzazioni di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione e soprattutto quelle di religione e di culto? Si tratta di organizzazioni che, con varie aree di sovrapposizione, coprono la quasi interezza dell' "esterno", in Italia, di un'idra come la Chiesa cattolica? Quali sarebbero i contesti nei quali un cattolico, chierico o laico, commetterebbe reato nel sostenere che i gay sono "malati" e i transessuali "mostri"? "esterno", lasciando scoperti i quasi inesistenti spazi di individualità, di regola marginalizzati nella devianza. Soprattutto quelle di religione e di culto hanno conquistato il diritto d'ingerenza in ogni ambito: quale sarebbe l' "interno", e quale

Ostetrica cretina, Scalfarotto, o disonesta. "Complimenti, signora, guardi che bel bambino ha partorito!", strepita. Ci porge il bambolotto e con un piede, intanto, allontana il cadaverino.


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