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La Disney contro i Boy Scout: “Tagliati i fondi perché escludono gay tra i capi”

Creato il 03 marzo 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Ha suscitato clamore mondiale la scelta fatta dall’azienda americana “Walt Disney”. Non finanzierà più i Boy Scout, rei di escludere gli omosessuali dalle posizione di vertice delle loro organizzazioni. L’associazione giovanile nelle scorse settimane ha abolito la norma che prevedeva che i gay non potessero iscriversi.

(youthvoices.net)

(youthvoices.net)

La “Walt Disney”, leader assoluta del mercato dell’intrattenimento per l’infanzia, ha comunicato che dal 2015 bloccherà i programmi a sostegno dell’associazione giovanile, Boy Scout of America, a causa della sua politica che vieta che vi siano capi squadriglia gay. L’azienda statunitense fa sapere che una discriminazione di questo tipo è totalmente ”in contrasto con la politica della Disney”. La Disney non finanzia direttamente i Boy Scout, ma attraverso il programma “voluntEARS” permette ai propri dipendenti di fare lavoro volontario in cambio di donazioni a gruppi da loro scelti.

Le linee guida della Disney sembrano piuttosto chiare: un’organizzazione non può ricevere finanziamenti Disney se “discrimina nella prestazione di servizi illegalmente o in modo incompatibile con le politiche della Disney sulla base della razza, religione, colore, sesso, nazionalità, età, stato civile, capacità mentale o fisica, o l’orientamento sessuale”. Il potenziale danno che subiranno i Boy Scout of America a partire dal 2015 si crede si di dimensioni pazzesche: gli addetti ai lavori della Disney, nonché “volutEARS” dei Boy Scout, infatti, nel solo 2010, hanno raccolto 4,8 milioni dollari con 548.000 ore di volontariato.

Non è bastata così l’abolizione della norma che prevedeva che all’interno dell’organizzazione dei Boy Scout non potessero iscriversi i gay. Dello stesso avviso sono anche altre multinazionali americane, che a loro volta, hanno tagliato i finanziamenti. Si tratta della Lockheed Martin, la Caterpillar, la Major League Soccer, la lega del calcio americano, la Intel e l’Ups. Altre aziende, ad oggi, stanno decidendo la stessa politica da seguire, e tra queste troviamo giganti come Alcoa e AT&T.

Le reazioni a queste scelte delle multinazionali. Deena Fidas, il direttore del settore uguaglianza della “Human Right Campaign” si è detto entusiasta e soddisfatto per la scelta della Disney: “La decisione della Disney è molto importante per il mondo dei ragazzi. Il fatto che si sia dissociata dagli scout amplifica il messaggio che intende mandare alle giovani generazioni”. Dal canto loro, invece, le organizzazioni ultraconservatrici minacciano il “boicottaggio” da parte della Disney e tramite la blogger mormona Kathryn Skagg scrive: “Come già nei loro film di animazione e nelle loro storie, continua la loro campagna per rendere l’omosessualità normale, una cosa naturale.” In un recente rapporto, però, la Human Right Campaign fa sapere che la maggior parte delle prime 500 aziende americane, nella classifica di Fortune, di recente ha adottato politiche di protezione e tutela dei propri impiegati sulla base del loro orientamento sessuale.

Ora ci sarà da capire in che modo reagiranno i Boy Scout of America. Cercheranno di ottenere i finanziamenti da parte delle multinazionali mantenendo la loro solita “etica” normativa oppure vacilleranno in nome del dio denaro?

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