Per quanto il livello resti alto, il dato evidenziato dall’Istat – la disoccupazione giovanile è scesa dal 42 al 40% (al 41,1% nel secondo trimestre 2015) – è comunque un punto di partenza, soprattutto in considerazione di quanto l’Ocse rimproverava all’Italia poche settimane fa: il nostro paese presenta un tasso di disoccupazione giovanile tra i più elevati in Europa. In soldoni, ricordava l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la disoccupazione giovanile in Italia nel 2014 era aumentata di 2,7 punti rispetto al 2013, arrivando a quota 42,7%. Una soglia che ci ha avvicinato a paesi come Grecia e Spagna, che negli ultimi anni hanno vissuto una profonda crisi occupazionale. Ad oggi, leggendo gli ultimi dati Eurostat, il tasso di disoccupazione nella fascia di età che comprende gli under 25 risulta ancora particolarmente elevato in Grecia (51,8% a maggio 2015), Spagna (48,6%) e Croazia (43,1% nel secondo trimestre 2015). Poi arriviamo noi, con il 40,5%. Al contrario i paesi europei con il tasso più basso di giovani senza lavoro a luglio 2015 sono Germania (7%), Malta (8,7%) ed Estonia (9,5% a giugno 2015). Seguono Austria (10,8%), Olanda (11,3%), Danimarca (11,7%), Repubblica Ceca (13,4%) e Slovenia (16,7% a giugno 2015). In generale, rispetto a luglio 2014, la disoccupazione giovanile si attesta al 20,4% nell’Ue a 28 e al 21,9% nell’Eurozona, dal 22 e 23,8% registrati lo scorso anno. Quello che conta, però, è l’incidenza dei disoccupati sulla popolazione. E nel secondo trimestre dell’anno, tornando al report dell’Istat, nella classe di età tra 15 e 24 anni la stima dei disoccupati è di 626 mila unità (-42 mila rispetto al secondo trimestre 2014). Un giovane su dieci è in cerca di lavoro: l’incidenza dei disoccupati 15- 24enni sulla popolazione in questa fascia di età scende al 10,5% dall’11,2% di un anno prima. Nel Mezzogiorno i 15-24enni in cerca di impiego sono 325 mila unità, il 13,8% della rispettiva popolazione. Nella classe di età 18-29 anni la stima dei disoccupati è di un milione e 121 mila unità (-1,3%, -15 mila unità su base annua). In questa fascia di età il 15% (7 milioni 487 mila unità) è in cerca di occupazione. Il tasso di disoccupazione dei 18-29enni risulta così in aumento al 30,5%, 0,2 punti in più rispetto ad un anno fa. Uno dei problemi atavici dell’Italia, già sottolineato da diversi organismi, è la scarsa propensione all’investimento nel capitale umano. Ciò rende difficoltoso il percorso immediato e allo stesso tempo non permette di acquisire quegli strumenti e capacità che possano tornare utili nell’arco dell’intera vita lavorativa. Una circostanza dimostrata anche dalla crescita degli occupati over 50 (+5,8%) a causa “delle mancate uscite dal lavoro generate dall’inasprimento dei requisiti per accedere alla pensione”, mentre si registra un calo degli occupati 15-34enni e 35-49enni (rispettivamente -2,2% e -1,1%).
(anche su T-Mag)
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