LA DISPERAZIONE E L’INDIFFERENZA
Capisco che in certe situazioni bisogna mantenere la calma, presentarsi seri e responsabili, ma mi sembra che tra la disperazione di chi lavora e di chi sta per perdere il lavoro e chi ci governa ci sia un abisso di indifferenza.
I lavoratori del Sulcis, dell’Alcoa hanno riempito la storia di questi giorni con le loro immagini, le loro disperate richieste ed anche i loro pianti, però davanti a questa disperazione ho visto solo indifferenza e silenzio.
Forse mi sono perso qualcosa, ma ho notato, in questa difficile situazione dei lavoratori sardi disperati, l’assordante assenza dei rappresentanti del governo, fortemente impegnati, invece. ad esporre le loro idee e i loro buoni propositi sul lavoro, sulla crescita, nei meeting, nelle interviste televisive, negli incontri quotidiani con i rappresentati di altri paesi.
Tra questo modo di fare dei rappresentanti del governo tecnico e la realtà dei lavoratori, c’è un distacco abissale. Si susseguono le immagini disperate dei lavoratoti e poco dopo si vedono le facce tranquille e soddisfatte di chi si dedica ad un seminario sul futuro dell’Italia.
Questo far finta di niente nel momento in cui ad aumentare sono solo i cassaintegrati e i disoccupati, mi sembra completamente stonato da parte di chi comunque si è presentato con l’idea e lo scopo di “salvare l’Italia”.
Capisco che c’è l’Europa, che l’Europa è diventata la nostra ossessione, c’è lo spread che tutti i giorni ci colpisce con un pugno allo stomaco, ma esistono anche i lavoratori, quelli del Sulcis e dell’Alcoa e tanti altri in condizioni disperate, eppure ad apparire colpevoli sembrano proprio i lavoratori. Perciò, per salvare l’Italia, si finisce col mortificare quotidianamente chi lavora e chi cerca di difendere il proprio posto di lavoro.