La distratta pietà di un giorno non cancella la nostra indifferenza quotidiana
Tu che guardi il Tg da ieri sera, incollato davanti all'ennesimo speciale e ti senti stringere la gola.
Tu che stamattina dici alla macchinetta del caffè che andrebbe fatto qualcosa, sì andrebbe proprio fatto qualcosa.
Tu che scuoti la testa, e ripeti come un mantra che la colpa non è solo italiana, ma europea.
Tu che ora chiacchieri contro la Bossi-Fini definendola per osmosi una legge ingiusta, ma quelli che l'han creata li hai sempre votati. Non che l'altra sponda sia migliore o abbia fatto di meglio, per carità.
Tu che ascolti le parole di Papa Francesco, parole arrabbiate e livide di dolore vero, e dici "Che bravo Papa! Che facciamo stasera, andiamo al cinema?".
Tu, sappilo, mi fai schifo.
Perché la colpa è anche tua.
Sì, proprio la tua e della tua ipocrisia del cazzo.
Tua, che pensi di elevarti sopra gli altri per la tua distratta pietà di oggi, ma che avrai dimenticato già domattina.
Tua, che oggi paradossalmente ti senti più buono, più umano, più vero.
Tua, per tutte le volte che hai trattato male un mendicante per strada, senza regalargli nemmeno il sorriso dell'educazione.
Tua, per tutte le volte che hai guardato migranti sbarcare ed hai pensato che venivano a rubare il tuo lavoro ed il tuo
benessere.
Tua, che se i morti fossero stati tre invece di trecento avresti fatto spallucce e continuato a vedere lo speciale sul matrimonio di Belen.
Tua, per tutte le volte che hai incrociato per strada un immigrato e ti sei scostato, manco potesse darti la scossa.
Tua, per le volte che hai predicato contro la scuola di tuo figlio che accetta pure quelli lì, e gli hai insegnato a non mischiarcisi tanto che son diversi da noi.
Tua, per tutte le volte che sentendo parlare di ius soli hai fatto finta di non capire o peggio hai inveito contro chi te lo proponeva come l'inizio di un mondo più giusto.
Tua, per tutte le volte che hai girato la testa.
Tua, e anche mia.