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>>La distruzione del “modello sociale europeo”

Creato il 19 novembre 2013 da Felice Monda

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Ora diventa tutto molto più chiaro. La distruzione del “modello sociale europeo” non riguarda soltanto i paesi “piigs”, quelli “pigri” e troppo concilianti con l’elevato debito pubblico. Investe direttamente il cuore di questa Unione Europea, la “fortezza tedesca”. Non paghi di aver creato mercati nazionali differenziati per quanto riguarda i livelli salariali e quindi le possibilità di consumo, gli strateghi del grande capitale multinazionale stanno destabilizzando dall’interno anche l’apparentemente solidissimo “modello tedesco”.

La chiave di volta, o il “cavallo di Troia”, è costituito dai contratti d’appalto. Qui in Italia li chiamiamo con almento 46 nomi diversi, grazie alla fantasia di Treu prima e di Sacconi poi (i nemico del lavoro sono rigorosamente bipartisan e indistinguibili), ma la funzione è la stessa. Aggirare i contratti nazionali di lavoro, creare sacche progressivamente sempre più grandi di lavoro precario e soprattutto sottopagato, infine promuovere una campagna contro i “privilegiati” che ancora conservano qualche diritto contrattuale e quindi pretendere che venga “ripristinata l’egualianza”. Ovviamente togliendo diritti e salario a chi ne ha un po’, non certo per darne a chi ne era privo.

Il “nuovo modello sociale” appare sempre più chiaramente orientato a creare le condizioni sociali di un’Europa “postbellica”, senza che si sia combattuta una guerra con le armi classiche. Qui le armi di sterminio di massa passano attraverso la legislazione sul lavoro, l’abolizione dei contratti, la precarizzazione totale, i salari sotto la soglia della sopravvivenza.

E’ la legge generale del modo di produzione capitalistico, distruggere per ricostruire. Lo scopo è infatti accumulare, far soldi, non soddisfare bisogni reali o modaioli. Quando una società diventa troppo opulenta, quando i capitalisti vedono crollare il loro saggio del profitto perché troppo capitale cerca un’impossibile valorizzazione, allora – in passato – scoppiavano le guerre. Per distruggere e ricominciare da una condizione semibarbara, che garantisce sempre alti tassi di profitto.

Oggi, purtroppo per i capitalisti del terzo millennio, una guerra “vera”, con missili, aerei e navi,  è praticamente impossibile. L’atomica ce l’hanno in troppi, e tutti uscirebbero distrutti. Quindi se ne fa un’altra, più “civilizzata” e quindi ancora più infame: si uccide il valore del lavoro e tutta la civiltà costruita su queste basi.

Questa è l’Unione Europea. QUesto bisogna distruggere.

da “Der Spiegel” del 18/11/2013

su http://www.contropiano.org/

link articolo: http://www.contropiano.org/lavoro-conflitto/item/20402-la-peste-del-lavoro-precario-destabilizza-anche-la-germania


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