Il sabato nero si è consumato, l’inciucio è servito, il caimano è salvo, la partitocrazia si è asserragliata dentro il suo fortino, separata ormai del tutto dal Paese e proprio per questo in grado di infliggergli altri drammi, se non il colpo alla nuca. Ci sono più probabilità che Napolitano arrivi alla fine del suo secondo settennato, che non l’unità del Paese, anche se la gravità della situazione non viene ancora ben percepita: le formalità democratiche sono state rispettate, i riti turibolari sono stati eseguiti, ma siamo di fatto dentro una dittatura della partitocrazia, dentro quella oligarchia che diviene conclamata con grande gioia dei media che mangiano in quel piatto.
Che sia così lo dimostra l’assenza di una opposizione lucida e determinata che sappia andare oltre lo schiamazzo o la narrazione. Un opposizione che non potrebbe essere se non di sinistra visto che il marchingegno messo a punto per cancellare la voglia di rinnovamento risponde a tutti i desiderata del sado liberismo, ma anche alle esigenze autoritarie che ne sono il necessario risvolto. Dunque all’essenza della destra. C’è un problema però: che la sinistra non esiste più o almeno non c’è una sinistra che sappia liberarsi dai fantasmi del passato e insieme elaborare nuove strategie, prassi e prospettive. Coinvolgere insomma.
Questa è la realtà: il nuovo di Barca, redatto appena pochi giorni fa, è una riflessione sulla forma partito, un contorto passaggio alla sinistra “palestra”, anche interessante da un punto di vista sociologico, ma senza uno straccio di contenuti e di idee concrete, senza nemmeno la volatile ombra di un ideale: una pura esercitazione accademica sul corpo marcito del Pd, dove l’area socialdemocratica è ormai residuale, coperta dalle mucillaggini di apparato. Purtroppo la forma non ha un senso se priva dei contenuti e anzi lascia l’impressione che l’unico contenuto sia la forma stessa come in effetti suggerisce l’espressione clou “buon governo” che in termini di sostanza è il nulla. Insomma un altro personaggio della stessa pasta degli altri, un opportunista che ha atteso la fine della sesta chiama per dichiararsi a favore di Rodotà così da non pagare dazio e farsi la sua campagna da segretario dei resti piddini. Tuttavia, resistendo all’effetto emetico, non si può non notare la straordinaria affinità con Vendola che dopo aver inghiottito tutto o quasi del montismo, ora lancia un nuovo cantiere: “Sel e’ impegnata a ricostruire dalle fondamenta una nuova sinistra di governo”.
Che vuol dire di governo? Ma quello che si intende ormai da quarant’anni: la sinistra di governo è quella che governa come la destra e dunque non può esprimere posizioni alternative, ma solo palliative. Mentre se se elabori contenuti non dico antagonisti, ma diversi, sei una sinistra di testimonianza che non potrà mai arrivare nelle stanze dei bottoni. E’ caduta l’Unione sovietica, si è sbriciolato il muro di Berlino, è finito il mondo bipolare, la Cina formalmente comunista è diventa la prima potenza industriale del mondo, i Brics si apprestano a fare da contraltare alla finanza occidentale, ma noi ragioniamo ancora nei termini del fattore K, l’esclusione del Pci dal governo, imposta dalle logiche del mondo bipolare e garantita con tutti i mezzi, stragi comprese. Sorprendentemente proprio questo è diventato uno dei capisaldi della cultura di sinistra, almeno di quella che ha ancora voce.
Dunque non so cosa potranno elaborare di originale ed efficace i nuovi cantieri, anche ammesso che non siano la solita orgia di interventi, scontri e bizze dei soliti noti, se nascono dentro queste sconfitte preventive. E che si traducono poi in narrazioni sconfessate dalle azioni o dall’emergere di personaggi di ambito bancario e finanziario come il bocconiano Barca che di sinistra effettiva ha solo il padre. Dunque rimarremo senza opposizione che non sia quella ondivaga, pervicace, ma informe del M5S i cui esiti paiono sconosciuti agli stessi fondatori e che tuttavia esprime anche contenuti come il salario di cittadinanza, che la sinistra “di governo” non osa, nonostante tutti i Paesi europei lo abbiano. Ecco, magari nei cantieri bisognerebbe osare un po’: perché al governo vero ci si arriva solo se si ha anche il coraggio di testimoniare una speranza.