Se ci concentriamo su ciò che Queneau ha dichiarato relativamente la Divina Commedia in relazione alla patafisica ovvero la scienza del paradosso e della matematizzazione impossibile inziata con Jarry (ma anche con Lewis Carroll), e diventata dottrina di una confraternita (capeggiata da Queneau) che l'11 maggio 1948 fonda, a Parigi, il Collegio di Patafisica, scopriamo che i patafisici non solo si incontrano periodicamente per elaborare il segreto della creatività, ma stabiliscono "una matematica lieve della parola, una scienza della creatività applicata al fare letterario" (Piccoli esercizi di vertigine di Nicola Gaiarin sul sito www.eseresi.it).
Riflessioni matematiche associate alla creatività letteraria e alla conoscenza profonda e dettagliata delle scibile umano. Una perfezione quasi impossibile da raggiungere ma che, per un maestro di stili letterari quali si è rivelato Queneau scrittore, non ci sembra cosa ardua da realizzare. Studi matematici dietro la Divina Commedia, numeri e formule che rivelerebbero dei messaggi esoterici, oltre alla simbologia che risiede in ogni singolo canto.
In entrambi i manga sopra citati, Go Nagai rappresenta un mondo dove il bene combatte il male attraverso la violenza, lanciando alle giovani generazioni, appassionate di questi manga, un messaggio per molti discutibile. Sempre dalla penna di questo grande artista verrà prodotta la fortunata serie conosciuta in Italia con il nome Goldrake mentre agli inizi degli anni Novanta, verrà promosso un nuovo modello di eroina: Kekko Kamen. Questa volta il manga, rivolto soprattutto ad un pubblico adulto, si rivela in tutta il suo erotismo e l'eroina mascherata avrà il compito di difendere le studentesse costrette a umiliazioni e vessazzioni durante le ore scolastiche.
Ciò che affascina è come Go Nagai si sia addentrato in quella selva oscura che aveva fatto smarrire la diritta via a Dante. E' un modo, quello di Go Nagai, di addentrarsi con aria trionfante, così sicuro della forza narrativa della materia trattata e dell'impatto che ha sul pubblico che decide di non essere fedele alla Divina Commedia di Dante: incontriamo infatti una Beatrice che potrebbe ricordare Kekko Kamen e un Dante ammaliato dal fascino della giovane ragazza; viene concesso poco spazio al Paradiso mentre si gioca con le forze oscure del male, con i simboli e con i personaggi principali dell'Inferno.
Ed è proprio nell'Inferno che Go Nagai offre il massimo di sé bilanciando, probabilmente, qualche mancanza relativa il Purgatorio e il Paradiso. I dialoghi accompagnano le illustrazioni con una naturalezza sorprendente, le immagini richiamano quelle di Gustave Doré (pittore e incisore oltre che illustratore dell'Ottocento, è famoso per aver illustrato la Divina Commedia), mentre l'atmosfera riflette quella dell'opera originale.
Trovandosi davanti a uno dei tre volumetti (datati 1994 per D-Visual) è impossibile non sfogliare le pagine senza la trepidazione per ciò che accadrà nella striscia successiva. E la forza della Divina Commedia illustrata da Go Nagai risiede proprio nel fatto che, nonostante si conosca a menadito la trama, Go Nagai riesce a rileggere l'opera originale e riproporla creando un alone di mistero e giustapponendo alcuni elementi che esaltano e riscrivono una delle opere fondamntali alla base della letteratura occidentale.
Questi tre volumetti, acquistabili in una fornita fumetteria, arricchiscono non solo la conoscenza delle opere di un grande mangaka giapponese (uno dei più importanti) ma anche il nostro personale sapere. Leggere e capire l'importanza e l'influenza che ha avuto la Divina Commedia anche in culture così distanti dalla nostra non può lasciarci indifferenti in quanto non si tratta di qualcosa che riguarda la storia della letteratura del Trecento ma è qualcosa che riguarda la nostra quotidianità, ciò che siamo diventati.