La “DOLCE” evasione fiscale

Da Pausagolosa @pausagolosa

Chissà se la guardia di finanza è già presente su Facebook o in altri social network o tra i vari blog culinari che sotto mentite spoglie propongono i loro servizi senza figurare tra i creditori dello Stato. Eppure ci sono tanti indizi per scovare una quantità copiosa di evasori fiscali, nooo macché stavolta andranno a Napoli, mi auguro a fare le pulci ai quartieri spagnoli! Ahhahah, non credo ne usciranno vivi. Quanta gente ormai, tra lavoro principale o secondario somministra dolci, dolcetti, torte vere o finte a nessun titolo, senza avere l’HACCP, quello vero, non quello comprato a suon di centinaia di euro. Senza avere una partita IVA, l’emissione delle fatture? Che roba è, un ingrediente strano di Luca Montersino? Nessuno che ha idea di cosa sia l’analisi dei rischi sui cibi o le norme di sicurezza quando si cucina e si utilizzano i collaboratori. Ma che ci frega, per una torta che vuoi che sia! L’importante è il profitto. Sti cazzi se poi al cliente gli viene la colica. E la gente cogliona che gli compra quelle torte scadenti, che a guardarle sembrano carine, poi le mangi e sanno di polistirolo unto, dal retrogusto alla cipolla, visto che la signora la teneva in frigo vicino alle verdure, bella prova di igiene. E quindi ecco, che il grande mondo dolciario si apre a chi con la crisi ha perduto il lavoro, e fa della sua passione od hobby un lavoro del tutto improvvisato, naturalmente tutto sottobanco, raramente si incontra gente che ti fattura. Non biasimo chi evade poche migliaia di euro per avere un introito che serve per arrivare a fine mese, e qualcosina riesce anche a farla con la testa. No, francamente non mi scandalizza. Mi fa più orrore e schifo vedere una Mussolini in parlamento che perde tempo a spese nostre a parlare della parrucca di un suo collega, e aggiungo che mi fa schifo uno Stato latitante dal mondo della piccola impresa, sempre più tartassata e pressata da una santa inquisizione che certa bieca stampa appoggia in maniera incondizionata. Ma vergognatevi schifosi, a dipingere come un insetto o un verme chi si sveglia alle 4 di mattina! In quella pubblicità ci metterei le facce dei politici che proteggono i veri evasori fiscali, a cui hanno anche abbonato il maltolto precedente. Se le tasse fossero richieste in maniera adeguata, con le giuste aliquote, senza che l’apertura di una piccola azienda individuale sia un evento da demonizzare, tutti e dico tutti, sarebbero felicissimi di pagare le dolci tasse senza fiatare. Non biasimo chi in questo momento specula sull’idiozia altrui, intascando centinaia di euro alla faccia di quei piccoli imprenditori, che hanno aperto legalmente partite IVA, hanno investito migliaia di euro in strumentazione che ricordo a tutti che in una impresa rappresentano il capitale, che va dichiarato, e non si parla di acquistare il robot multi uso dai tanti colori della Kitchen Aid che fa tanto design e fichetta, ma di macchinari costosi, che daranno lavoro ad altri, forse. E invece lo Stato che fa? Il primo anno subito gli acconti, poi l’Inps in una unica soluzione, e poi se alla ASL gli stai sui coglioni, e non hai i 18 mq di legge, ti fa chiudere. Se “ungi” con il sacro vincolo del denaro il suo funzionario, riapri. Questo accade ogni giorno a chi ha una attività legale. Che ci sia lo strozzinaggio legalizzato di Equitalia, o il controllo coatto della finanza, la soluzione migliore è farsi un laboratorio in casa propria. Ma la finanza, oltre a controllare i conto correnti bancari, perchè non controlla le bollette della luce o del gas? Quante cazz… di torte sfornate per far quadrare un bilancio? Su facebook viene venduto di tutto sottobanco. E non capisco proprio come la finanza sia così stupida da non “osservare” e capire, a meno che a nostra insaputa non siano già da tempo a controllare. L’Italia è il paese dei navigatori, dei santi, degli scrittori, degli inventori. L’Italia oggi è il paese della dolce evasione. Ci si può improvvisare cake designer senza rilasciare una ricevuta fiscale per aver partecipato al suo corso X. E’ da qua che si nota la sostanziale differenza professionale, tra un cake designer americano/inglese ed uno italiano: la totale mancanza di rispetto per le regole fiscali e soprattutto etiche. L’importante è portare a casa il risultato in denaro, un po’ come i controlli della finanza fatti a cazzo di cane in questi mesi. A che risultato reale hanno portato? Quasi nullo a mio avviso. L’importante è far vedere alla gente quanto sono bravi ed equi, però i veri evasori stanno ancora a piede libero con i capitali al sicuro alle isole Cayman o in altri paradisi fiscali o nelle fottute società Offshore. Eppure, che strano, c’e’ tanto materiale per recuperare l’evasione reale, quella che a quanto pare danneggia le entrate italiane. Basta aprire facebook, tra le pagine di gente che vuole vendere un servizio catering aumma aumma ed ecco che la finanza ne avrebbe da recuperare. Gente che con i fiori di pasta di zucchero ha tirato su ville da 400 mila euro, senza emettere ricevute fiscali. A nome di chi è la tassa dei rifiuti? Chi ha il contratto per l’energia elettrica/gas/telefono? Che macchine hanno?
Lo Stato anziché fare questa cazzate, e disincentivare la gente ad aprire una impresa individuale, a chi lo vuole basterebbe dare la possibilità di denunciare il giorno di avvio attività, anche in casa propria, naturalmente dopo tutta una serie di regole precise. In questa maniera si crea vendita sicura, la garanzia del cliente è sacrosanta. E’ una sicura entrata per chi sceglie questo tipo di attività ed una sicura entrata per lo Stato. Negli Stati Uniti esiste da tempo, in Italia come al solito piace tanto la caccia alle streghe, e così sia!


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