Una domanda semplice, ma che presuppone delle considerazioni per nulla banali.
Sapendo che: 1) nel mondo si stanno evolvendo squilibri che lasciano supporre che i prodromi per una prossima crisi stiano già incubando. Crisi che non è detto sia meno grave di quella del 2008 o di quella del 2011. 2) da quell'epoca il debito globale é aumentato in maniera esponenziale, a fronte di economie che, fatte salve poche eccezioni, nella maggior parte dei casi, sono cresciute in maniera marginale o si sono contratte (come nel caso dell'Italia). 3) gli stati, proprio per via dell'elevato indebitamento e della bassa crescita, non hanno spazi di autonomia fiscale come allora: autonomia necessaria, invece, per contrastare eventuali crisi. 4) le stesse banche centrali non hanno più l'arsenale di munizioni messo in campo in occasione di quella crisi. Peraltro, i risultati delle manovre espansive senza precedenti, orchestrate dalla quasi totalità delle banche centrali, nelle maggior parte dei casi, appaiono assai poco soddisfacenti. 5) i sistemi bancari di molti paesi (in primis l'Italia) sono assai fragili. Le sofferenze bancarie esplose come conseguenza delle crisi del 2008 e 2011, stentano ad essere riassorbite. Pensate cosa potrebbe accadere se i crediti inesigibili dovessero conoscere un'ulteriore accelerazione, magari per via di una recessione. In Italia e recenti salvataggi bancari dovrebbero insegnare qualcosa 6) la Bce, per quanto abbia disinnescato la bomba dissoluzione dell'euro, poco può fare contro il peccato originale della moneta unica. L'Eurozona presenta dei difetti strutturali talmente gravi al punto che la minaccia di uscita di qualche paese dal blocco moneta unica é quasi all'ordine del giorno. Inoltre, ammesso che sia sufficiente, appare assai remota la possibilità che si possa giungere ad un'unione fiscale, economica e politica idonea a compensare al proprio interno le asimmetrie esistenti tra le varie economie che compongono l'area. 7) esistono e persistono alti livelli di disoccupazione difficilmente riassorbibili in tempi brevi. E questo a fronte di elevati debiti privati che non possono essere onorati a causa della caduta dei redditi. 8) la ripresa dell'Italia é quasi totalmente indotta da fattori esterni (petrolio, euro debole, bassi tassi di interesse) che non saranno eterni. 9) le altre economie, dalla crisi del 2008, si sono tutte risollevate e quindi sono in una fase di ciclo economico molto più avanzata rispetto all'Italia, che invece si trova ancora a fare i conti con le crisi del 2008 e 2011. Quando queste economie rallenteranno o, peggio, cadranno in recessione, l'Italia sarà destinata a pagarne un prezzo assai salato proprio per via dello stato di fragilità in cui si trova e si troverà. 10) i recenti attentati di Parigi confermano quanto possono essere imprevedibili gli eventi. Per il momento i mercati hanno reagito bene, ma per conoscere l'impatto che gli attentati avranno sull'economia reale occorrerà attendere le prossime settimane e i prossimi mesi. 11) In giro per il mondo persistono scenari e crisi geopolitiche estremamente complesse. E tutto sembra muoversi in un precario equilibrio che, se compromesso, potrebbe portare ad eventi di difficile immaginazione. 12) La crescita delle economie avanzate è assai debole e riflette anche il rallentamento di molte economie emergenti alle prese con la caduta dei prezzi delle materie prime, all'elevato indebitamento in dollari e al rialzo dei tassi da parte della Fed. Ovviamente, esistono anche altri fattori che inducono ad un cauto ottimismo. Ma gestire i propri risparmi senza considerare i rischi sopra accennati, é un po' come tentare di afferrare al volo una lama affilata in caduta libera, nella speranza di non tagliarsi. E la speranza è sempre cattiva consigliera. Penso che ce ne sia abbastanza per leggere QUIMagazine Economia
La domanda che dovrebbe porsi ogni risparmiatore
Creato il 23 dicembre 2015 da Vincitorievinti @PAOLOCARDENA
La domanda che dovrebbe porsi ogni risparmiatore, piccolo o grande che sia, é la seguente:
"Se dovesse verificarsi una crisi finanziaria come quella del 2008 (o non necessariamente di magnitudo così ampio), con tutto ciò che ne è conseguito, cosa accadrebbe ai miei risparmi?"