Chi è il regista di quello spettacolo che chiamiamo Calciomercato?
Il calciomercato ha in sé tutti gli elementi del cinema, ed è per questo che piace così tanto. Abbiamo protagonisti e comprimari. Abbiamo scenografie degne di Goldfinger ed Intrigo Internazionale. Abbiamo continui colpi di scena. Ed abbiamo ogni aspetto dell’animo umano: gioia, ipocrisia, ambizione…
In Italia abbiamo anche molti protagonisti, pure troppi. Quelli che di più spiccano, le grandi star del calciomercato, sono Branca, Galliani, Marotta, Bigon, Lotito, Pozzo, Preziosi e Baldini: uomini che hanno il compito di costruire una squadra il più possibile competitiva, e che devono risponderne a milioni di tifosi. Per raggiungere il loro scopo, come i grandi cattivi dei film d’azione, sono disposti a tutto. Tra sorrisi poco sinceri e gesti eclatanti, sembrano essere consumati professionisti del cinema, e non di quel circo chiamato calcio. Sembra sempre, quando immortalati, che non stiano trattando uno scambio, ma interpretando un lungo piano sequenza. E, di sfondo, ci sono sempre alberghi, resort caraibici, aeroporti. James Bond può sembrarci un dilettante.
E i tifosi? Ai margini per natura, essi sono i caratteristi che colorano la scena. Presidenti a modo loro, in polemica con tutto e tutti, sono disposti a spendere montagne di soldi – rigorosamente altrui – per dare forma al loro sogno calcistico. Senza di loro, mancherebbe sapore.
Dunque, chi dirige lo spettacolo?
Quando un calciatore negozia o firma un contratto, non lo fa direttamente. Lo fa tramite il suo procuratore, un termine sostituito da “agente” in tempi più recenti. Quello del procuratore è un mestiere inventato – così si dice – da Antonio Caliendo. Ovviamente italiano, Caliendo si occupava di libri, e nella seconda metà degli anni ‘70 propose un accordo editoriale a Giancarlo Antognoni, favoloso centrocampista della Fiorentina e della Nazionale.
Si dice che Antognoni firmò quel contratto senza leggerne i dettagli, incapace di comprendere i cavilli giuridici derivanti dalla sua firma.
E qui la trama svoltò, con un clamoroso colpo di scena alla De Palma: Caliendo chiese ad Antognoni di non essere più tanto scellerato, e di delegare a lui – sì in grado di valutare i fatti pienamente – ogni futura proposta contrattuale.
…suspance…
Antognoni accettò.
Oggi, il mestiere dell’Agente di Calciatori è molto più diffuso, e noto.
L’Agente gestisce immagine, contratti, e vita sportiva degli atleti che assiste, con percentuali di guadagno su ogni operazione che va a trattare, come qualsiasi consulente. L’Agente percepisce, indicativemente, il 5% dello stipendio del suo assistito, ed ottiene, solitamente, dei benefit legati all’aumento di salario che il calciatore riceve. L’Agente, inoltre, in virtù di particolari accordi, può pure percepire corposi benefit, quando negozia i termini di trasferimento di un calciatore da una compagine ad un altra.
Se ancora non avete trovato risposta alla domanda di oggi, vi invitiamo a fare due calcoli. Se un giocatore tweetta che ha “mal di pancia” o che “non si sente apprezzato”, e vuole cambiare squadra, andando – come di consueto – ad aumentare il proprio stipendio, chi ci guadagna di più?
E se vi serve ancora un aiutino, chiedete a Mino Raiola, lo Spielberg degli Agenti. Assiste, tra i tanti, Zlatan Ibrahimovic, cioè uno dei calciatori più pagati e compravenduti dell’ultimo decennio. Roba da Oscar.