Appiano Gentile, 22 agosto 2012.
Inter (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon, Ranocchia, Samuel, Nagatomo; M’Vila, Cambiasso; Alvarez, Sneijder, Obi; Pazzini.
In panchina: Castellazzi, Zanetti, Lucio, Juan Jesus, Schelotto, Tremoulinas, Palombo, Poli, Guarin, Stankovic, Denis, Milito.
All.: Laurent Blanc.
Così si prospetta, infortuni permettendo, la formazione tipo dell’Inter per la stagione 2012/13.
Diciamo “prospetta”, perchè la telenovela Sneijder non è ancora finita, e perchè le offerte per Maicon sono molte. Non possiamo dunque escludere l’arrivo di Lavezzi, di cui si è tanto parlato da giugno, e la cui clausola rescissoria da 31 milioni pende sul Napoli come una spada di Damocle.
Comunque si arrivi al 31 agosto, è però Laurent Blanc ad aver ricevuto l’arduo incarico di rilanciare una squadra che a maggio era povera di stimoli ed idee.
Come noto, Villas Boas, principale contendente del francese per la panchina nerazzurra, è stato scartato per ragioni economiche ed ambientali.
Lo “Specialino” è stato ritenuto, per ingaggio e pretese, non compatibile coi parametri monetari fissati dal Presidente. Troppo esose le richieste economiche. Troppo cari i giocatori voluti dal lusitano.
Il portoghese, nella sua infelice esperienza al Chelsea, ha poi appena fallito una missione uguale, in ogni aspetto, a quella ora affidata all’allenatore di Alès: rinnovare un gruppo vincente e con molte personalità forti.
Una piccola speranza Villas Boas l’ha avuta nella seconda metà di marzo, quando dopo l’esonero di Ranieri s’era fatto il suo nome. Ma per i motivi appena elencati, il traghettatore Baresi sembrò la soluzione più giusta, avvalorando, di fatto, l’ipotesi francofona.
Moratti e il D.S. Pierpaolo Marino hanno quindi individuato nell’ex difensore campione d’Europa e del Mondo l’uomo dal giusto profilo: grandi esperienze internazionali da giocatore, buon approccio alle sfide difficili, ed idee tecniche compatibili col budget a disposizione.
Piuttosto che rivolgersi a Villas Boas, o a Capello e Guardiola, è apparsa sensata l’idea di affidarsi all’uomo che ha accettato senza timori la scomodissima panchina di CT francese, ottenendo comunque buoni risultati.
I capisaldi di Blanc sono pochi: difesa a 4 e fantasia al potere.
Nel Bordeaux prima, e nella Francia poi, l’allenatore francese ha alternato 4-2-3-1, 4-3-1-2 e 4-3-3, sempre con terzini capaci di far ripartire l’azione, con un regista puro, e con gli uomini di maggior creatività messi nella condizione di esprimersi al meglio.
Obiettivo stagionale: metabolizzare le novità, ritrovare energie e convinzioni, e tornare nell’Europa che conta.
Speranza stagionale: che Blanc non cominci a baciare in fronte Cambiasso prima di ogni partita, così come faceva con Fabien Barthez.