Vado a caccia di storie.
Più sono strane, insolite e cupe, meglio è.
Perché mi sono scoperto appassionato del perturbante. Quell’evento che causa un punto di rottura, che distrugge il quotidiano.
Inoltre, non in ultima istanza, esso è sempre una valida alternativa, quando le storie latitano al cinema. Come in questo periodo.
Mi sono imbattuto in questa foto, mentre cercavo altro.
Leggermente hitchcockiana, non trovate?
Non ho saputo resistere dal cercare qualche informazione in più.
Questa storia risale al 1705, si è svolta in Irlanda. È stata ben documentata all’epoca, ed è sopravvissuta fino ai nostri giorni, divenendo una favola nera, propria della cittadina di Lurgan: la storia di Margorie McCall.
In quel tempo, circa un secolo prima le famigerate imprese di Burk e Hare, irlandesi in quel di Edimburgo e famosi ladri di cadaveri, il commercio dei cosiddetti “resurrezionisti” era già in voga.
I resurrezionisti (resurrectionists) erano coloro che violavano le tombe recenti per trafugare corpi che poi avrebbero rivenduto alle università o agli studi medici, o a chiunque fosse disposto a comprarli. I chirughi irlandesi, agli inizi del XVIII secolo, pare fossero molto generosi e pagassero bene ogni consegna ricevuta.
Il fine di questo commercio era la scienza, dato che gli acquirenti utilizzavano i cadaveri per incrementare le conoscenze anatomiche. Al lato, per i ladri di cadaveri c’era sempre la non remota possibilità di rinvenire nella cassa, oltre al corpo, alcuni preziosi, quali anelli o denti d’oro, collane, bracciali e qualunque altra suppellettile pregiata fosse stata sepolta insieme al trapassato, per alleviare il passaggio tra i due mondi.
Antiche usanze, mescolate a mondane esigenze: prime fra tutte il denaro e la fame.
*
Margorie McCall era la moglie di un medico, John. Si dice che il loro fosse un matrimonio felice, benedetto dalla nascita di figli. Margorie si ammalò di febbre.
Parallelamente alla necessità di rubare cadaveri per approfondire la conoscenza medica, infatti, la reale comprensione delle malattie, dei virus e di tutto ciò che oggi, avendo a disposizione la scienza moderna, bolliamo come irrisorio, era lontanissima, e la febbre era ancora un male misterioso, che oggi sappiamo essere soltanto sintomo di decine di altre malattie.
Ammalarsi di febbre, agli inizi del Settecento era ancora una roulette russa.
Infatti, nonostante gli sforzi del marito, le tisane, i decotti e i salassi a cui la moglie fu sottoposta per sconfiggere il male, Margorie trapassò.
Tra i parenti ci fu un po’ di preoccupazione. Motivo del trambusto era l’anello d’oro con pietra preziosa, ancora al dito di Margorie.
Il timore, fondatissimo, era che se la voce si fosse sparsa, la tomba di Margorie sarebbe stata profanata.
John tentò di rimuovere l’anello, ma nel frattempo, le mani di Margorie si erano gonfiate per la decomposizione. Per non offendere il corpo, quindi, si decise di proseguire con la veglia, tempo necessario per scongiurare eventuale morte apparente e poi con l’inumazione, avvenuta allo Shankill Graveyard, pregando il Signore affinché nulla accadesse.
*
Ma la notizia si diffuse tra i resurrezionisti. E due di loro si recarono, quella notte stessa, a profanare la tomba.
Cercavano il corpo, per il quale era già partita la richiesta, ma non erano affatto d’accordo, causa il gonfiore, a lasciare l’anello al chirurgo pagante. Così portarono un seghetto, per sbrigare la questione in pochi minuti.
Non appena ebbero inciso il dito, Margorie si mise a sedere di scatto, gli occhi spalancati, urlando come fosse una banshee (uno spirito irlandese, le cui urla disperate possono far perdere il senno agli uomini).
I resurrezionisti fuggirono urlando, cessando, da quel momento, la lucrosa attività.
Ma non è finita qui. Perché la restante parte della storia, è stata narrata da Margorie in persona. La quale, resasi conto di dove fosse, pensò di tornare a casa, dato che il cimitero Shankill era poco distante.
Arrivata, si limitò a bussare alla porta.
Nell’abitazione c’erano John, i bambini della coppia e anche alcuni parenti. Sembra che il marito, avendo udito bussare, dichiarò che quella “gli ricordava la bussata della moglie”. Costui si recò ad aprire e si trovò di fronte la sua sposa, che indossava l’abito col quale era stata seppellita, col dito mezzo tagliato e gocciolante sangue.
Quasi tutte le versioni della storia concordano nell’affermare che John fu sopraffatto dal terrore, morendo sul colpo.
Margorie invece, visse ancora a lungo. Si risposò, ebbe molti altri bambini e, quando morì, venne sepolta nello stesso cimitero che aveva lasciato la prima volta. A ricordo della sua storia, fu scolpita la lapide con quell’incisione particolare, visibile ancora adesso: Visse una volta, fu seppellita due volte.
Si dice che lo spirito di Margorie infesti ancora il cimitero, e che possa essere visto vagabondare di notte, probabilmente in cerca dei due ladri di cadaveri.